Titolo: Astral
Regia: Chris Mul
Anno: 2018
Paese: Gran Bretagna
Giudizio: 3/5
Studente di metafisica, Alex scopre la
pratica della proiezione astrale e la possibilità di viaggiare in
una dimensione diversa dalla nostra. Ancora alle prese con il dolore
per la prematura scomparsa della madre quando era bambino, Alex
decide allora di usare la proiezione astrale per tentare di entrare
in contatto con lei. Mentre i suoi esperimenti aumentano di giorno in
giorno, Alex inizia a isolarsi da tutti coloro che si prendono cura
di lui, andando incontro a un continuo deterioramento delle sue
condizioni mentali.
"La prima cosa da fare è
trovare un posto comodo. Stare sdraiato sulla schiena e riposare gli
occhi. Se senti il bisogno di spostarli, ignoralo. Concentrati sul
tuo respiro. Inganna il cervello come che il corpo stesse sognando:
questo attiva la paralisi del corpo, uno stato di transizione tra
veglia e sonno. Quando succede questo, puoi separarti dal tuo corpo
fisico paralizzato. Concentrati sulle parole: sono in totale pace,
connesso a tutto ciò che esiste. Ho il potere di viaggiare dove
voglio andare. Sarò protetto mentalmente, fisicamente e
spiritualmente."
Astral è un indie
passato inosservato pressochè ovunque, senza l'ombra di una
distribuzione e tutto questo è un gran peccato perchè l'esordio di
Mul andrebbe tenuto d'occhio proprio per il suo declinarsi
sull'occulto e il soprannaturale senza rovinarlo con effetti in c.g e
creature che servono solo da maschera per il vuoto della scrittura.
Mul probabilmente
come il protagonista o l'insegnante dell'università, sembra
particolarmente attratto dall'occulto, riuscendo a sondarlo in
maniera atipica, mai scontata, tranne qualche scena nel finale che
proprio per regalare intrattenimento e azione mostra una possessione
facendo vedere i demoni, riuscendo a non risultare ridicolo ma
coerente con il resto del film.
Dopo una prima parte interessante dove
il regista si prende tutto il tempo per raccontarci cos'è un viaggio
astrale e come poterci entrare, non senza i rischi che uno psichiatra
e una medium gli fanno presente, Astral persegue un percorso da
omnibus dell'horror mettendo in campo demoni, uomini ombra e pure
appunto la possessione demoniaca in una scena che sembra citare
Raimi.
Con un cast di giovani che riescono a
risultare maturi e interessanti, Astral non è certamente esente da
difetti, ma riesce molto bene a fare quello che dimostra di saper
fare senza fare ricorso a troppi elementi esterni rimanendo sempre
focalizzato sul punto di partenza.
La scena finale poi è crudelmente
perfetta girata con due lire come tutto il resto del film,
dimostrando ancora una volta come anche nel low budget sia possibile
dimostrare di saperci fare con idee brillanti e poco abusate
Nessun commento:
Posta un commento