Titolo: Goat
Regia: Andrew Neel
Anno: 2016
Paese: Usa
Giudizio: 2/5
Un diciannovenne, dopo essere stato
stravolto da un terribile attacco, si iscrive al college con il
fratello e fa il giuramento nella stessa confraternita. Quello che
accade lì, in nome della "fraternità", mette alla prova
il ragazzo e la sua fedeltà al fratello in un modo brutale.
ANIMAL HOUSE del '78 o lo sconosciuto
FRATERNITY ROW del '77.
Ecco dobbiamo fare un salto indietro
negli anni '70 per avere qualcosa di decente, sboccato e ironico a
differenza di una violenza gratuita di questi ultimi indigeribili
film dove il non sense fa da padrone.
Se vogliamo proprio aprire una
parentesi, parte dello schifo che gira dietro questa follia brutale è
stato colto appieno da Korine con il suo Spring
Breakers, film che oltre
parlare e dare un contorno sulle feste, entrava nel cuore del
problema ovvero un'assenza di regole e una vita di eccessi tra droga,
alcool e sesso.
Goat offre più che riflessioni, una
rappresentazione che non entra mai nel vivo di cosa è giusto o
sbagliato, osserva il lento dipanarsi di una follia brutale che in
alcuni momenti diventa pericolosa e soprattutto alimenta gesti e
comportamenti violenti del gruppo composti e basati perlopiù sulla
competizione e sui metodi da carcere militare (c'è una scena che
sembra un buffo cocktail tra APOCALYPSE NOW e SALO').
Dover assistere di nuovo alle prove
iniziatiche umilianti, non genera mai quell'interesse e quella formula
d'intrattenimento ricercata nel cinema ma la rende inutile come la
Phi Sigma Mu o la Fraternity che richiede sottomissione, rispetto e
ubbidienza, come le regole del nonnismo in caserma, un percorso che
non si esaurisce in breve tempo e che nel film è mostrato in tutta
la sua durezza ma che non accenna a fare altro rimanendo confinato
lì.
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