Titolo: Destroyer
Regia: Karyn Kusama
Anno: 2018
Paese: Usa
Giudizio: 4/5
Erin Bell è un'agente dell'FBI di Los
Angeles disillusa e stanca del proprio lavoro. Il ritrovamento di un
cadavere la riporta agli eventi di diversi anni prima, quando con il
collega Chris si era infiltrata in una gang di rapinatori guidata dal
pericoloso Silas. Un colpo a una banca andato male e l'uccisione del
suo partner, con il quale nel frattempo aveva avviato una relazione,
avevano messo fine all'operazione e distrutto la sua carriera. Il
ritorno di Silas in città è per Erin l'occasione di regolare i
conti con il passato e mettere ordine nella sua vita, a cominciare
dal rapporto conflittuale con la figlia adolescente.
Nicole Kidman è una sorta di macchina
da guerra.
Recita sempre e ovunque in centinaia di
film con i look più disparati e pazzeschi.
Destroyer sembra l'altro lato della
medaglia di MONSTER del 2003 con la Theron. Entrambe bellissime
sottoposte ad uno stravolgimento fisico e psicologico per arrivare ad
essere dei mostri di bravura.
Destroyer è un poliziesco molto
interessante e con una storia tutt'altro che semplice. Complice alla
regia un nome che ormai per gli appassionati di cinema è sinonimo di
garanzia, un cast perfetto ma soprattutto uno stile e una indagine
tutt'altro che canonica dove Erin, spossata e appassita dalla
stanchezza e dalla depressione, si muove come un fantasma essendo
l'ombra di se stessa ma allo stesso tempo è letale e non sembra
arrendersi mai di fronte a nessun ostacolo con il compito di dare una
svolta alla spirale di violenza scatenata.
Diviso tra passato e presente con dei
flash back che riescono a rendere ancora più interessante il ritmo e
la narrazione, Destroyer è un duro colpo allo stomaco, senza
sensazionalismi, happy ending, ma un film sporco e cattivo che fin
dall'inizio colpisce per come tratteggia la sua protagonista, quasi
come un'indagine di un film di Zahler dove si sa che finirà male se
non malissimo per tutti.
Kusama affidandosi a una Kidman
semplicemente straordinaria, infarcisce la sua storia di dettagli
emotivi, di sensi di colpa e redenzione, creando qualcosa che va
oltre il classico concetto di poliziesco e scontrandosi al suo
interno con una pluralità di questioni e argomenti incredibili per
come riescano ad essere narati singolarmente in maniera approfondita
e originale.
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