Titolo: Wolf Creek
Regia: Greg McLean
Anno: 2004
Paese: Australia
Giudizio: 3/5
Liz, Kristy e Ben sono in viaggio in
auto alla scoperta dell'outback australiano. Dopo un'escursione nel
parco nazionale di Wolf Creek, i tre scoprono che la loro auto non
parte. Un aiuto inatteso arriva da un carro attrezzi guidato da Mick,
che si offre di riparare la macchina, dopo averla condotta alla sua
officina. Una volta lì i ragazzi si addormentano intorno a un falò,
mentre il meccanico comincia a lavorare. Ma quando Liz si sveglia si
trova legata e imbavagliata. È l'inizio dell'incubo.
Cosa ci sarà mai di così affascinante
nel deserto australiano? E' la metà privilegiata per chi medita una
morte rapida senza contare che i suoi resti probabilmente non
verranno mai trovati.
Ci troviamo nell'outback australiano
quello osannato da tanto cinema horror post contemporaneo, quello
dove il tasso di persone scomparse è il più alto da sempre e dove
sembrano vivere nella flora e nella fauna animali e insetti in grado
di ucciderti in pochi secondi.
Un gruppo di baldi giovani, teen
disposti a tutto pur di non lasciarsi scappare le bellezze della
natura e un bifolco che non sa più cosa fare per intrattenere il
tempo oltre ad uccidere la gente, in particolare i turisti.
McLean si è consacrato all'horror con
questi due slasher cruenti e che se è pur vero che parlano del
solito gruppo di ragazzi e di un killer spietato che gli segue, tra il
panorama e alcuni aspetti culturali, Wolf Creek è diventata una
piccola chicca non solo in patria. A fatto seguito uno slasher ancor
più violento Wolf
Creek 2 e una mini serie
davvero brutta Wolf
creek-Season 1
Senza infamia e senza gloria, il film
procede co un buon ritmo, facendo incetta di stereotipi ma senza
mancare l'obbiettivo ovvero l'atmosfera e la suspance che seppur con
qualche scivolone, funziona alla grande. Wolf Creek poi divenne
famoso per essersi basato sulle truci gesta di Ivan Milat, serial
killer di saccopelisti che a quanto pare terrorizzò l'Australia
negli anni '90.
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