Titolo: Intrusa
Regia: Leonardo Di Costanzo
Anno: 2017
Paese: Italia
Giudizio: 4/5
Napoli ai giorni nostri. Giovanna è
una donna che lavora nel sociale e che si deve confrontare
quotidianamente con le problematiche sociali della città. Il centro
che dirige offre un luogo protetto in cui crescere e giocare dopo le
ore di attività scolastica a bambini che potrebbero finire
precocemente a far parte della manovalanza camorristica. Un giorno
Maria, madre di due bambini, chiede e trova rifugio, con il consenso
di Giovanna, in un monolocale che appartiene al centro. La quale però
non sa che si tratta della giovane moglie di un boss della camorra
ricercato per un efferato omicidio.
Un altro film spesso e importane per
raccontare Napoli che negli ultimi anni sembra essere sotto l'occhio
attento e vigile di grandi produzioni come GOMORRA e tanti registi,
indipendenti o meno come il caso di Di Costanzo, un regista che ha
saputo ritagliarsi un percorso fatto di scelte singolari e con una
precisa idea di cinema.
La sua politica d'autore è quella che
passa per il documentario scegliendo poi la fiction e la narrazione
cinematografica. Il film è un dramma contemporaneo a cui si
affacciano tante tematiche dai problemi legati alla criminalità
organizzata, il lavoro nel sociale che sembra sempre più qualcosa di
fondamentale, come una delle poche possibilità di riflettere sulla
condizione umana e infine le regole dei clan e le scelte morali di
alcune donne fortissime e incredibilmente cazzute.
L'Intrusa andrebbe fatto vedere di
default nelle scuole in tempi in cui l'ignoranza dilaga e la
criminalità spesso viene vista come una virtù morale.
Di Costanzo senza stare a fare la
morale su nulla, il film infatti è equilibratissimo in materia,
riesce a divincolarsi da alcuni schemi già brevettati nel cinema e
che rimangono distanti dalla realtà o dediti a intenti
strappalacrime con moralismi discutibili.
L'intrusa è secco, non può fermarsi
un attimo e cercare di sorridere, vorrebbe ma non può e ancora una
volta le bambine diventano feroci animali da combattimento se non
agganciati in tempo costrette come le proprie madri a difendere
un'onore che al contempo le priva di ogni libertà e scelta morale.
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