Titolo: My friend Dahmer
Regia: Marc Meyers
Anno: 2017
Paese: Usa
Giudizio: 3/5
Tratto dalla graphic novel di John
"Derf" Backderf. La storia, ambientata negli anni Settanta
in una periferia, racconta la vita del serial killer Jeffrey Dahmer,
da quando era un timido e rispettabile dodicenne fino al giorno in
cui uccise la sua prima vittima, due settimane dopo la fine delle
superiori. Il fumetto è raccontato dal punto di vista del suo
migliore amico, Backderf, un vignettista politico nominato due volte
per l'Eisner Award e vincitore del Robert F. Kennedy Journalism
Award.
Marc Meyers è un nome che già potrebbe far paura. Per il suo secondo film passato in sordina, il regista ha scelto una storia che già potrebbe far storcere il naso.
Le biografie e i biopic sui serial
killer sono materia saccheggiata dal cinema.
In questo caso la domanda da fare a
Meyers potrebbe essere quella del perchè un personaggio come Dahmer
diventato poi il cannibale che tutti conosciamo, dovrebbe interessare
soprattutto nel periodo adolescenziale (quello in cui non ha commesso
omicidi) quando stava cercando di capire cosa non andasse in lui (o
meglio prima che lo scoprissero quelli attorno a lui).
Forse uno dei perchè potrebbe essere
l'arco di tempo che il regista decide di raccontare ovvero il prima
dei fatti un po come Zombie che racconta lo stesso Meyers nel remake
o prequel di Halloween
2(2009).
Ne esce un film tutto sommato
guardabile con delle belle prove attoriali soprattutto
nell'autenticità del protagonista quando per attirare l'attenzione
comincia a comportarsi come un autistico e nello strano e macchinoso
rapporto con il gruppo di amici che poi è il pubblico che fa la sua
conoscenza e piano piano si rende conto che c'è qualcosa che non va.
Le scene violente nel film sono quasi
inesistenti così come il sangue e tutto il resto, ma l'atmosfera
ovvero quella sensazione terribile di cosa si nasconda nella mente
del ragazzo, è tangibile e in questo bisogna dar atto al regista di
aver fatto un discreto lavoro.
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