Titolo: Océans le mystère plastique
Regia: Vincent Perazio
Anno: 2017
Paese: Francia
Festival: Cinemambiente 20°
Giudizio: 3/5
Solo l'1% della plastica che fluttua
negli oceani raggiunge le coste o rimane intrappolata nei ghiacci
artici. Del restante 99%, stimato intorno a centinaia di migliaia di
tonnellate, si sa ancora troppo poco. Una sorta di buco nero che
lascia intravedere un dramma ecologico.
Non essendo biodegradabile, la plastica
non scompare, semplicemente si rompe in microparticelle tossiche, in
gran parte invisibili all'occhio umano. Tale processo di
trasformazione sta dando vita a un nuovo ecosistema: la plastisfera.
Si affaccia così, sempre più urgente,
la necessità di indagare il fenomeno e le sue conseguenze: dove si
trovano queste particelle? Ingerite dagli organismi o depositate sul
fondo marino? E qual è il loro impatto sulla catena alimentare?
Abbiamo attaccato il tumore persino ai
pesci.
Questa è solo una delle tante
informazioni, dei dati raccolti grazie a lavori di ricerca che
proseguono negli oceani e sotto gli oceani da ormai decine di anni da
parte di equipe di scienziati, medici, biologi e tutti gli altri
professionisti del settore.
Ognuno sceglie la materia e il compito
su cui svolgere e raccogliere i suoi dati.
Quella della plastica, una realtà che
ormai è diventata insostenibile soprattutto nei mari e negli oceani
con un silenzio inquietante da parte dei media, diventa materia
apocalittica in questo documentario girato dal giovane regista
francese appassionato di temi ambientali.
La domanda con cui Perazio apre il
documentario è scioccante.
Dai dati che emergono sarebbe la
plastica a cambiare ecosistema marino.
Le correnti hanno sconvolto tutto e ora
parte degli oceani, così come le alghe e i plancton, i rifiuti di
plastica, sono ovunque, dall'Artico all'Antartide attraverso i mari
tropicali.
Dalle stime fatte finora sembra che
diversi studi concordino sul fatto che quasi 50 miliardi di pezzi di
plastica inquinano gli oceani. Dalle molte teorie, alcune come quelle
che segnalavo all'inizio, la maggior parte, sembra sostenere che
venga ingerito dagli organismi marini, di fatto trasformando la
plastica in qualcosa di invisibile.
I prossimi anni, forse sarannoa ncora
più inquietanti o chissà magari daranno risultati su qualche
possibilità di speranza anche se la maggior parte degli intervistati
sembra scettico e cinico.
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