Titolo: Silence
Regia: Martin Scorsese
Anno: 2016
Paese: Usa
Giudizio: 4/5
1633. Due giovani gesuiti, Padre
Rodrigues e Padre Garupe, rifiutano di credere alla notizia che il
loro maestro spirituale, Padre Ferreira, partito per il Giappone con
la missione di convertirne gli abitanti al cristianesimo, abbia
commesso apostasia, ovvero abbia rinnegato la propria fede
abbandonandola in modo definitivo. I due decidono dunque di partire
per l'Estremo Oriente, pur sapendo che in Giappone i cristiani sono
ferocemente perseguitati e chiunque possieda anche solo un simbolo
della fede di importazione viene sottoposto alle più crudeli
torture. Una volta arrivati troveranno come improbabile guida il
contadino Kichijiro, un ubriacone che ha ripetutamente tradito i
cristiani, pur avendo abbracciato il loro credo.
Cinema Fratelli Marx.
Vedo che il cassiere è simpatico e ha
voglia di scambiare quattro parole prima del film.
Io "Ciao. Che tu sappia il film ha
delle analogie con MISSION? cioè mi sembra di capire che tratta di
scontri tra fanatismi religiosi?"
Cassiere "No in MISSION c'era più
azione, questo è SILENCE"
Io "Cioè?"
Cassiere "Nel senso che è proprio
SILENCE dall'inizio alla fine"
L'ultimo film di Scorsese è un'opera
complessa e raffinata. Un testamento spirituale, un ricerca
interiore, un film che contempla la pace dei sensi e l'avvicinamento
a Dio. Per dirla con una frase: il rapporto dell'uomo con la fede.
In più è uno dei film di Scorsese che
cita apertamente capolavori della cinematografia nipponica e in
questo caso il parallelo con Mizogouchi più di tutti appare
scontato.
Contemplativo, umile, spoglio,
estremamente estenuante. Il lavoro dietro l'ambientazione, la
ricostruzione storica, i gesuiti ridotti a brandelli d'ossa e la
natura ostile quando selvaggia soprattutto quanto più ci avviciniamo
al mare, simbolo per altro di fuga ed evasione.
Tanti sono i temi quanto l'attesa di
vedere finalmente completata un'opera che annoverava inizialmente nel
cast Daniel Day-Lewis e Del Toro a differenza di Liam Neeson e
Garfield (attore che nonostante 99 HOMES con Shannon, non è ancora
riuscito a togliersi la maschera dell'uomo ragno/adolescente, un
tamarretto che gioca a fare il serio mi viene da dire).
Martin Scorsese ha impiegato quasi
trent'anni per portare sul grande schermo il romanzo "Silenzio"
dello scrittore giapponese di religione cristiana Shusaku Endo,
basato in parte sulla storia di personaggi realmente esistiti come
Padre Christovao Ferreira e il gesuita italiano Giuseppe Chiara, su
cui Endo ha modellato il personaggio di Padre Rodrigues.
Uno dei film più impegnativi, un
progetto quasi maledetto come sembra succedere a numerose pellicole
che cercano di abbracciare/incontrare la fede.
L'arroganza occidentale, la religione
di stato, il monoteismo come unicum. Quando i dialoghi tra
l'inquisitore e padre Ferreira cominciano a scandagliare le
differenze tra quello che al tempo poteva essere l'antenato del
buddhismo primitivo, l'ateismo di allora, e la religione con il più
alto numero di fedeli, il film affonda (sempre con un'umiltà di
fondo) e riesce a tirare fuori alcuni momenti intensi in cui ci si
rende conto di dove le ambizioni e gli intenti "religiosi"
cercavano di plasmarsi.
L'incontro e la figura di Padre
Ferreira sembra una sorta di redenzione nell'altro senso, una scelta
come monito per i cambiamenti che lì a poco avrebbero portato
mutamenti significativi e importanti nella chiesa. Il dialogo di
Rodrigues e Ferreria è perfettamente in parte con l'interpretazione
intensissima di Neeson (che per un attimo sembra mettere da parte i
suoi ideali reazionari).
E allora come Gesù nel deserto per
quaranta notti viene continuamente aizzato dal diavolo, così
l'inquisitore e i suoi scagnozzi accompagnano i cristiani nel loro
martirio, tra atrocità e sofferenze facendoli assistere divertiti
alle atrocità nei confronti dei loro compagni o a immolarsi per
redimere i giapponesi-cristiani come Padre Garupe (un sofferto e
intenso Adam Driver) che ricevevano pene ancor peggiori dei preti per
rinnegare il loro signore e allo stesso tempo per cercare di carpire
i misteri della fede che questi padri sembrano ricevere direttamente
dal signore.
In questo lungo girone infernale dove
alla potenza delle onde e delle correnti si intravedono scogli
pericolosi e strade irte di insidie, il viaggio interno/esterno del
nostro protagonista è un viaggio dell'eroe, dove incontra i
giapponesi cristiani, contadini umili destinati a calpestare l'effige
del loro dio o a perdere la testa. Seguiamo le orme e lo scontro tra
due civiltà, tutte e due con i loro limiti e le loro credenze, tutte
e due che meritano di essere condannate e risparmiate, ascoltate e
comprese.
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