Titolo: Maryland
Regia: Alice Winocour
Anno: 2015
Paese: Francia
Giudizio: 4/5
Vincent, un soldato francese delle
forze speciali appena rientrato dall'Afghanistan, è affetto da
stress post traumatico e per il momento non è autorizzato a
ritornare in azione. Viene così assunto come guardia per garantire
la sicurezza nella lussuosa villa del milionario libanese Imad
Whalid, in Costa Azzurra, dove è stata organizzata una serata di
gala. Poiché deve partire improvvisamente per Ginevra, Whalid gli
chiede di sorvegliare per 48 ore la moglie Jessie e il figlio.
Immerso nella vita privata della famiglia, Vincent sembra cadere
vittima della paranoia, prima di scoprire che il pericolo da egli
paventato sia più reale che mai.
Maryland è un film con tanti limiti,
una storia che si può riassumere in una riga, dialoghi striminziti
eppure nonostante tutto riesce ad essere estremamente affascinante.
E' un thriller fondato sull'angoscia,
costruito con una storia che storia non è, che punta su una
suggestione sonora di forte impatto seguendo il suo protagonista tra
immobilità e staticità prima di alcune interessanti esplosioni di
violenza. I personaggi sono fisici, parlano poco, si muovono e
costruiscono i loro punti di forza con sguardi e gesti. La loro
caratterizzazione spesso non va oltre un semplice accenno eppure
bucano lo schermo. Schoenaerts di nuovo veste i panni di un
personaggio che gli sta a puntino, il fisic du role giusto,
confezionando un’ottima performance, tesa e rabbiosa, una via di
mezzo tra BULLHEAD e UN SAPORE DI RUGGINE E OSSA.
C'è qualcosa in questa non-storia che
lascia il sapore di incompiuto e di un esercizio di stile volutamente
lasciato a metà. Eppure allo stesso tempo non riesci a smettere di
seguire Vincent da un corridoio all'altro, di sentire questi suoni,
questa paranoia che si consolida e che percepiamo dagli sguardi di
Jesse e del suo stupore nella paura di non sapere con chi ha a che
fare. Soprattutto lo stress post traumatico riesce ad essere
inquadrato molto bene dandogli spazio, sofferenza, paura e quella
sorta di pazzia che lascia sempre lo spettatore in balia di cosa
potrebbe fare Vincent da un momento all'altro.
Nessun commento:
Posta un commento