Titolo: Gun Woman
Regia: Kurando Mitsutake
Anno: 2014
Paese: Giappone
Giudizio: 3/5
Due mercenari stanno attraversando il
deserto quando per ingannare l'attesa uno racconta all'altro la
storia di un individuo noto come Mastermind, che è riuscito a
trasformare una prostituta tossicodipendente in una macchina per
uccidere. In cerca di vendetta nei confronti del miliardario sadico
che ha ucciso la sua amorevole moglie, Mastermind, un medico
giapponese, ha "modificato" la prostituta con l'intento di
farla entrare nella struttura sotterranea in cui il miliardario
soddisfa i suoi desideri sessuali.
L'exploitation, il genere dnotomista,
il trash e lo splatter sono tutti gli ingredienti previsti per questa
pellicola molto pulp e con alcuni momenti esilaranti ma anche di
spessore.
Ritorna Asami, l’attrice porno nonchè
protagonista di numerosi film trash nipponici degli ultimi anni.
Gun woman è pieno d'azione e di
sangue. Seguiamo questa piccola fiammiferaia schiava della droga in
un Giappone allucinato popolato da individui sempre più ambiziosi ed
egoisti in cui la vita umana vale meno di zero e ciò che conta è
soddisfare i propri istinti.
Senza inutili pedanterie e dei dialoghi
d'effetto, sembra prendere i recenti Lucy
e Everly
e buttarli in un tritacarne, come se fossero passati sotto il vigile
occhio di Miike Takashi.
La chirurgia portata agli eccessi con
parti meccaniche di una pistola da montare introdotte nel corpo
sembrano citare il cinema di Tsukamoto anche se con alcune varianti
differenti.
Forse solo il finale con alcuni colpi
di scena un po tirati per le lunghe e senza troppa logica, in realtà
servono a ben poco contando che gli intenti del film sono ben altri.
Gun Woman è un revenge-movie dove una
donna gira nuda vendicandosi e usando il corpo come magazzino in cui
nasconde una pistola da assemblare e qualcuno che vigili su di lei
per farle ad hoc una trasfusione.
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