Titolo: Drug War
Regia: Johnnie To
Anno: 2012
Paese: Cina
Giudizio: 4/5
Un'unica lunga operazione antidroga,
che inizia con la cattura di un gruppo di corrieri portatori di
pacchetti di cocaina dentro il proprio corpo e mira ad arrivare fino
alla cupola del narcotraffico. Tutto è visto attraverso le azioni di
Lei, un funzionario di polizia sveglio e totalmente dedito alla causa
(come il resto del suo team), e attraverso il rapporto che sviluppa
con Ming, trafficante pentito che decide di fare il doppio gioco per
la polizia tradendo i suoi sodali.
Johnnie to è uno dei più interessanti
maestri di cinema contemporaneo capace di muoversi tra i generi come
pochi e sapendo portare il poliziesco e il noir a dei traguardi
incredibili.
Drug War ne è la perfetta
dimostrazione. Non che bisognasse averne altre dopo i numerosi
capolavori del maestro, ma Drug War è complesso, disturbante,
drammatico, ipnotico, di denuncia oltre che recitato ottimamente.
Girato in maniera sontuosa è un film
in primis di denuncia che attraverso un carosello di maschere e
tradimenti, raffredda la manichea divisione tra buoni e cattivi
facendocene cogliere tutte le ambiguità in un thriller sfumato e
ricco di complessità.
To in conferenza stampa dice a
proposito del film che la differenza tra i criminali di Hong Kong e
quelli del Mainland è che i secondi devono fare i conti con la pena
capitale.
E infatti uno dei temi più
interessanti del film è proprio la tematica relativa alla pena
capitale per i trafficanti di droga in Cina attraverso l'iniezione
letale.
L'asetticità disumana di tale tortura
(forse per la prima volta sugli schermi) vorrebbe dimostrarci che "il
crimine non paga", ma la coda finale mette alla berlina un
sistema che sfrutta, fino all'ultimo e senza pietà alcuna, la sua
posizione di vantaggio per carpire informazioni e continuare la sua
(giusta) crociata.
Dovendo scendere a compromessi con la
censura cinese, per poter trattare il complesso tema della guerra
alla (e per la) droga in Cina, il regista è dovuto passare
attraverso non poche difficoltà, in primis la serie di lunghi
controlli sulla sceneggiatura e sull'esito finale da parte del
governo.
Drug War non ha eroi e non ci sono
vincitori come non esiste un happy-ending.
E'tutto straordinariamente reale e
coinvolgente. Vergognoso che in Italia non abbia fatto capolino se
non in qualche festival.
Nessun commento:
Posta un commento