Titolo: Classe operaia va in paradiso
Regia: Elio Petri
Anno: 1972
Paese: Italia
Giudizio: 5/5
Lulù è un metalmeccanico così veloce
nel lavoro che il padrone esige dagli altri lo stesso ritmo. Quando
però una macchina gli trancia un dito, passa dalla parte dei
compagni in sciopero. Licenziato, viene riassunto per opera dei
sindacalisti, ma - divenuto un po' folle - farnetica d'un paradiso
che oltre un muro attende la classe operaia.
Capolavoro del cinema italiano grazie allo sguardo attento ai fatti sociali più rilevanti di un maestro del cinema del lavoro e della denuncia sociale: Elio Petri.
Coadiuvato da uno script eccellente di
Ugo Pirro e un'interpretazione magistrale di Volontè.
Che dire dal post-fordismo,
all'alienazione, alla spersonalizzazione, al cottimo, agli addetti
Tempi e Metodi, ai sindacalisti. Uno dei film italiani più
importanti e rilevanti sul tema del lavoro e sulla descrizione di un
certo tipo di operai di produzione, trova almeno all'interno della
fabbrica, tutte le risposte in un'epoca storica catartica per
descriverne i moti e gli sviluppi.
Ho amato il modo in cui Petri in parte
disegna gli intellettuali comunisti, staccati completamente dal ceto
operaio, mentre sulla direzione generale poteva cercare di osare di
più.
Un film che meritatamente ha fatto
scuola, nel suo intento, soprattutto nella prima parte,
documentaristica, contando che analogamente studiando un esame di
sociologia dell'organizzazione, ho osservato passo per passo,
un'infallibile descrizione sulla produzione nella fabbrica Falconi di
Novara. Il culmine dunque di un interesse e una descrizione
sociologica rigorosa dei fatti che non poteva più aspettare di
essere analizzata.
Un film che certamente ha fatto
discutere, vuoi perchè è stato sperimentale per alcuni aspetti,
innovativo, promotore e precursore di un certo campo d'indagine su
cui la settima arte non poteva di certo tacere.
Una volta protestando si intravedeva il
nemico, ormai la sudditanza, la gabbia di ferro burocratica, le
maglie del sistema, l'obbedienza e il capitalismo monopolistico sono
i mali da cui difficilmente (soprattutto in un periodo di crisi prima
morale e poi economica) si resta inermi.
Il surplus una volta vedevi quando ti
veniva tolto, ormai non più.
Ma che vita è questa Lulu? A 31 anni,
15 passati in catena di montaggio.
Nessun commento:
Posta un commento