lunedì 27 aprile 2015

Black Sea

Titolo: Black Sea
Regia: Kevin Macdonald
Anno: 2015
Paese: Gran Bretagna
Giudizio: 3/5

Il capitano di sommergibili Robinson, con un divorzio alle spalle e un figlio adolescente con cui non ha quasi alcun rapporto, viene licenziato dalla sua società di recupero relitti. Robinson decide di riscattarsi con un'impresa straordinaria: recuperare l'immenso carico d'oro contenuto in un sommergibile tedesco che giace sul fondo del Mar Nero dal 1941. A bordo di un sottomarino di fortuna e a capo di un equipaggio poco addestrato, il capitano parte per un'avventura che si rivelerà ancora più pericolosa del previsto.

Kevin Macdonald è uno di quei registi anomali che passano da film interessantissimi (ULTIMO RE DI SCOZIA, MARLEY) a esperimenti decisamente discutibili (HOW I LIVE NOW, STATE OF PLAY).
Black Sea parla di nuovo di nazismo, eppure è solo uno spunto per raccontare di come i lingotti d'oro e la claustrofobia possano far deragliare una crew di persone ipoteticamente unite da un obbiettivo comune: il dio danaro.
Contando che sono tutti nella stessa rete, intrappolati dall'economia globale, escludendo alcuni membri, il tesoro da spartire aumenta vertiginosamente e se nell'equipaggio inserisci uno psicopatico come Freezer (un sempre inquietante Ben Mendelsohn) allora l'equazione è fatta. Sceneggiato da un talentuoso individuo di nome Dennis Kelly (UTOPIA), il film è capitanatato da Jude Law, un leader perfetto capace di restituire tutta la sua spietatezza con delle semplici occhiate.
Purtroppo però Black Sea, convince di meno proprio immergendosi nelle acque del Mar Nero.
Le scene del sottomarino vacillano, essendo tutte in digitale, dal secondo tempo in avanti, soprattutto a causa di alcune scelte azzardate e poco convincenti, mentre invece poteva cogliere di più gli aspetti legati al colpo di scena della società di soccorso marino e soprattutto caratterizzare di più alcuni personaggi.
L'impressione generale è di un film sconnesso. Quando porta a casa alcuni momenti davvero interessanti, perde lo smalto con altre scene davvero ai limiti della sopportazione (il rapporto Robinson con il giovane diciannovenne).


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