Titolo: Proie
Regia: Antoine Blossier
Regia: Antoine Blossier
Anno: 2010
Paese: Francia
Giudizio: 2/5
Una famiglia di
proprietari terrieri e industriali si reca nella palude limitrofa alla loro
residenza per scovare un cinghiale di dimensioni mostruose. Ma saranno i cacciatori
a trasformarsi in prede: verranno attaccati e decimati da una intera covata di
esemplari modificata geneticamente dagli scarichi.
Proie film
d’esordio del francese Antoine Blossier è un altro degli ultimi horror francesi
che negli ultimi anni hanno spopolato e hanno dimostrato l’indiscusso valore
europeo e l’originalità sul genere.
Prey ovvero Proie
ovvero Preda è purtroppo però un passo falso.
Un film destinato
direttamente all’agognato festival ma dimenticato velocemente da critici e
spettatori.
Il perché
purtroppo non è nella durata di neanche ’80 dal momento che è successo spesso
che alcuni registi con il dono della sintesi riuscissero a fare un buon film in
ora e poco più.
Il problema non è
neanche legato al soggetto ovvero una critica mirata all’abusivismo e una sorta
di monito ecologista, bensì il fatto che Blossier cercando di essere minimale è
finito con il risultare banale senza approfondire nulla e puntando all’assoluta
assenza di originalità e assenza totale di caratterizzazione dei personaggi (senza
contare i buchi di sceneggiatura).
La
caratterizzazione dei personaggi era fondamentale in questo film che riflette
come la scusa dei mostri-cinghiali serva a far prendere coscienza a una
famiglia che almeno negli intenti è sicuramente contemporanea sotto tutti i
punti di vista.
Quindi il climax
del film, non farò spoiler, riguarda se vogliamo la mutazione dei rapporti
sociali e della mostruosità dell’uomo che accetta l’uso
scriteriato di sostanze chimiche ben consapevole dei danni ingenti che crea
alla specie ma anche ai famigliari stessi.
Proie altro non è
che un film d’intrattenimento che mostra dei cinghiali (mutati dai danni
ambientali) che si trasformano da vittime a carnefici.
L’idea di
Blossier anche se non è originale poteva prendere una strada meno
convenzionale. Ad esempio il reparto tecnico funziona in maniera eccellente, la
regia riesce a far passare una discreta padronanza della tensione e il
montaggio come il sonoro sono ben sfruttati.
Il cast è
funzionale nel dare risonanza alla storia ma il risultato non è soddisfacente.
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