Titolo: Cypher
Regia: Vincenzo Natali
Anno: 2002
Paese: Usa
Giudizio: 3/5
Morgan Sullivan
decide di accettare un ruolo di spia industriale per la Digicorp,
multinazionale della tecnologia. Un incarico apparentemente molto semplice che
richiede che lui impersoni l'anonimo Mr. Thursby e registri alcune conferenze.
Troppo semplice, come Morgan presto scoprirà. Il suo nuovo lavoro ha un fascino irresistibile, come vivere un sogno per uscire da una quotidianità soffocante, ma quanto di questo dipende dalle frustrazioni di Morgan e quanto da qualcos'altro?
Troppo semplice, come Morgan presto scoprirà. Il suo nuovo lavoro ha un fascino irresistibile, come vivere un sogno per uscire da una quotidianità soffocante, ma quanto di questo dipende dalle frustrazioni di Morgan e quanto da qualcos'altro?
Vincenzo Natali da sempre ha sposato il genere della
fantascienza dimostrando, soprattutto all’inizio, come con un budget scarso e
risicato si possa arrivare a fare un film come si deve. E così dopo THE CUBE,
film che accese i riflettori su questo sconosciuto regista, Natali sforna un
secondo tentativo anche se diversificando totalmente la storia e il soggetto, prerogativa
che contraddistingue ogni sua pellicola.
Cypher ha dalla sua uno script davvero soddisfacente
contando che il ritmo alle volte fatica a decollare e gli attori, in
particolare la Liu, non mantengono sempre la stessa catarsi.
Il problema e il punto di forza del film è la mancanza di
originalità del tema, trattato e abusato oramai da quasi tutti gli Urania, incorporando
alcuni temi abusati ma sempre al passo con i tempi come Il confine tra realtà e
sogno oppure la voglia di evasione
dell'individuo ed alla strumentalizzazione che le multinazionali esercitano
continuamente sui loro dipendenti in maniera più o meno velata.
E’un film lento
in cui ci vuole una buona dose di attenzione e di pazienza soprattutto se si è abituati allo stereotipo modello americano
in cui si preferiscono le esplosioni alle parole,
Alcune
buone atmosfere sono il risultato di una fotografia minimale che cerca di
riprodurre un’ambientazione fantascientifica soddisfacente senza esagerare sugli
effetti speciali
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