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mercoledì 6 febbraio 2019

Nomads


Titolo: Nomads
Regia: John McTiernan
Anno: 1986
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

La dottoressa Eileen Flax si vede recapitare al pronto soccorso un uomo in preda a un delirio psicologico, che spira subito dopo averle trasmesso un messaggio incomprensibile. La donna realizza di avere i ricordi dello sconosciuto nella mente e scopre che questi era un antropologo francese, da poco trasferitosi a Los Angeles, perseguitato da una gang di teppisti che, in realtà, si riveleranno incarnazioni di spiriti maligni.

Nomads è uno dei quei film che mi hanno fatto innamorare ancora di più dell'horror.
I perchè sono diversi. Il suo taglio antropologico unito allo stile di ripresa ansioso e indagatore che rimanda a Weir, i richiami lovecraftiani qui piuttosto evidenti, il taglio soprannaturale che chiama in causa degli spiriti malevoli e infine l'elemento che sta alla base di tutto questo, ovvero un livello di realtà differente dal nostro, che si muove appena sotto la superficie delle cose, destinato a influenzare completamente la nostra percezione del mondo, sempre che siamo così fortunati da sopravvivere alla scoperta, dal momento che come diceva lo scrittore di Providence, l'atto del conoscere diventa sempre una sentenza definitiva di morte.
L'elemento che invece meno mi aveva convinto e che rimane per me macchinoso e non una tecnica che amo nel cinema, è quella per cui lo spettatore percepisce la storia di Pommier dal punto di vista di Eileen, dal momento che il professore prima di morire le ha passato la capacità di rivivere i suoi ricordi come una sorta di transfert.
A parte questo, ci troviamo di fronte ad un mezzo cult, per nulla inflazionato dagli anni, che rimane un prodotto capace di unire intrattenimento e tante idee e stimoli interessanti per andare ad indagare il fenomeno inuat e il suo adattarsi al mondo e alla post-contemporaneità.