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lunedì 3 giugno 2019

Addiction


Titolo: Addiction
Regia: Abel Ferrara
Anno: 1994
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

New York. Kathleen studia filosofia morale, materia che le offre spunto per porsi continuamente problemi ai quali non trova risposte soddisfacenti. Una sera, tornando a casa, viene aggredita da una donna-vampiro che la porta in un vicolo e le succhia il sangue. Da quel momento Kathleen non è più la stessa, si sente in preda a una sete inarrestabile e il virus del vampirismo sta entrando nel suo corpo. Dopo aver assalito una serie di vittime, la ragazza entra in contatto con Peina, un altro vampiro che le insegna come vivere anche stando in astinenza. Con il passare del tempo, Kathleen sembra essere tornata a una vita normale, ma in occasione della sua festa di laurea il vampirismo riprende il sopravvento...

Abel Ferrara è un regista che non ha bisogno di presentazioni così come Christopher Walken e Lili Taylor.
Il film dell'autore americano riesce a districarsi dal solito genere vampiresco improntato sull'action, ma prende una strada diversa, sempre ponendo al centro come location l'incubo metropolitano, ma cercando di allargare la metafora (sulla diversità) e studiarne i contenuti come un fatto sociale, un esperimento quasi antropologico sulla società americana.
Il viaggio di Kathleen è il viaggio di tutti noi verso qualcosa che affascina e al contempo spaventa.
Un bisogno di metamorfosi interna che fa sì che Kathleen entri in contatto con un'altra realtà, forse quella che in fondo ha sempre cercato e temuto allo stesso tempo. A livello tecnico c'è da dire che la scelta della fotografia in b/n si è rivelata funzionale per dare forma e ombre ai personaggi e alle suggestioni caricandole ancor più di significato e lasciando presagire paure e luoghi sconosciuti.
Il martirio e la dipendenza da sangue diventano ad un certo punto, dal secondo atto in avanti, un viaggio per la sopravvivenza e l'indagine interiore dove si cerca di andare avanti tra nervi scoperti, sangue e sofferenza fisica e morale.
Forse è il film dell'autore che più di tutti esplora l'essenza del dolore qui codificata ad hoc scegliendo una materia come quella dei vampiri, affascinante proprio perchè credendo di essere al di sopra dell'uomo, porta a riflessioni importanti soprattutto nel finale circa il concetto di immortalità e sopravvivenza.