Titolo: Fauve
Regia: Jeremy Comte
Anno: 2018
Paese: Canada
Festival: Torino Underground Cinefest
Giudizio: 5/5
Due ragazzi giocano attorno a una
miniera di superficie. La complicità si evolve in uno scontro in cui
uno vuole prevaricare l'altro. Quando improvvisamente si impigliano
nelle sabbie mobili, il dibattito finisce. Prendendo proporzioni più
grandi della natura, questo gioco non si rivelerà innocuo come
pensavano.
Fauve è uno dei più bei corti che
abbia mai visto.
Essenziale, canadese in tutti i sensi,
con un piccolo protagonista che sembra Vincent Cassel, un tema
scomodo ma attuale e tanti pugni nello stomaco, doverosi per chi
racconta una storia senza happy ending ma mostrando semplicemente che
la vita non fa sconti a nessuno in particolar modo a ragazzi
maldestri che sfidano il pericolo.
Competizione, paura, sopravvivenza,
fuga. In sedici minuti l'opera di Comte è straziante senza regalare
nulla allo spettatore e lasciando a riflettere sul livello di
consapevolezza.
Rischiava di vincere agli Oscar per il
miglior corto straniero. Peccato perchè a distanza di tempo, rimane
ancora impresso nella retina con una forza e una lucidità notevole.