Titolo: Strange Days
Regia: Kathryn Bigelow
Anno: 1995
Paese: Usa
Giudizio: 4/5
1999: Lenny Nero traffica illegalmente
in esperienze virtuali su supporto “squid”; una prostituta gliene
fornisce una che scotta, sulla polizia di Los Angeles.
Strange Days quando uscì fece molto
discutere. Dal punto di vista dello scifi si è pensato ad un film
rivoluzionario che al suo interno assorbisse come una calamita un
nutrito mix di sotto generi tale da renderlo universalmente molto ben
allargato secondo i confini cinematografici di quell'epoca.
Il film della Bigelow (come tutto il
suo cinema del resto) oltre a rimanere un'esperienza sensoriale
incredibile, è prima di tutto cinema politico dove l'artista
mantiene un suo punto di vista sinistroide e sempre schierata (in
futuro lo sarà ancora di più per evidenti ragioni geo politiche).
Strange Days dal punto di vista delle
immagini sancisce di fatto alcuni apporti che dal punto di vista
strettamente tecnico andavano sdoganati arrivando a costruire una
messa in scena dotatissima e ispirata da molta letteratura e film di
genere partendo dal futuro metropolitano apocalittico e le pieghe
politiche.
Strange Days diede il suo enorme
contributo anche e soprattutto per il fatto di non nascondere la
violenza (che come diceva Renè Girard "è una delle cose
nascoste sin dalla fondazione del mondo")
ma anzi mostrandola in tutta la sua
disperazione dove pur di poterla sperimentare, come d'altronde il
sesso, o usarle come valvole di sfogo si preferisce viverle in una
realtà virtuale (ed è qui che la scenografia inserisce alcuni
apporti interessanti nonchè originali)
In una società odierna iper violenta e
iper reale, in particolare quella americana, Strange Days sancisce la
sua assoluta modernità, uno dei film cyberpunk che nonostante abbia
troppa carne al fuoco, riesce a mantenere un equilibrio di fondo fino
al climax finale dove la regista esagera per fortuna riuscendoci.