Titolo: Beau soleil interieur
Regia: Claire Denis
Anno: 2017
Paese: Francia
Festival: 35°Torino Film Festival
Giudizio: 3/5
Artista parigina insicura dei propri
mezzi ma di indubbio fascino, Isabelle, divorziata, è alla ricerca
dell'amore che finalmente potrebbe assicurarle una vita rassicurante.
L'ennesimo film della Denis si avvale
di un'altra sacerdotessa del cinema francese dopo la Huppert.
Juliette Binoche appare sempre più
affascinante ed elegante col passare del tempo che per lei sembra
essersi fermato e il pubblico non può che trarne gioia.
Il cinema della Denis tratto da un
racconto "Frammenti di un discorso amoroso" di Roland
Barthes è un film ricco di sfumature che potrebbe non finire mai
addentrandosi in quelle lande scoperte e infinite dei rapporti di
coppia, problematiche sentimentali indagate già in tanto cinema
francese che riescono per qualche strana ragione a riuscire ad
assorbire il pubblico pur trattando temi e scene di vita cui è
facile assistere nel quotidiano.
Ci sono alcuni momenti che per qualche
strana ragione mi sono rimasti impressi come l'insistenza finale del
monologo di Depardieu, la scena di sesso della protagonista con l'ex
marito e il "dito", eppure quel tormento e quella
inadattabilità a qualcosa di continuativo e stabile sembra essere da
un lato il punto fermo degli intenti del film ma anche il suo punto
debole dal momento che ad un tratto pur avendo Isabelle come punto di
riferimento, ilpersonaggio tende aad essere come la macchina
sfuggevole, come lo schema corale che in alcuni casi si impossessa
della pellicola passando in una rapida galleria di personaggi,
amanti, ex, giovani intelettuali spensierati e infine quella strana
voglia di ricominciare tutto da capo.
Alla fine Isabelle sconta da sola le
sue pene, paga con il sesso e attrverso i corpi trasmettendo
vibrazioni positive ma anche ansie e una fragilità mai così moderna
come capita in questa società liquida.
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