Nello squallido ventre criminale di Miami, un esperto sicario si lancia alla ricerca spietata del suo prossimo obiettivo. Ripreso interamente con lenti termiche, l’uomo si muove in un mondo perverso in cui regnano incontrastate violenza e pazzia. La tensione porta a un viaggio psichedelico in cui il limite tra predatore e preda quasi scompare.
"Giorni feroci, notti feroci. Non volevo fare esattamente un film. Volevo fare ciò che viene dopo un film. Volevo essere dentro il mondo. Un po’ come un videogame. Ma chi è che gioca? GAMECORE. Edglrd. Qualcosa di nuovo all’orizzonte.
La vita è bella. Senza, saremmo morti. AGGRO DR1FT. In mezzo ai mondi. Bloccati e carichi. Un’ode al vagabondo aggressivo. "
"I'm a hero, i'm a solitary hero"
A volte le battute e le ripetioni delle battute hanno un peso. A volte sembrano assumere il peso di chi non ha nulla da dire in fondo. Come il film di Harmony Korine che se non fosse per una tecnica ancora inutilizzata ovvero girando con lenti termiche e con la visiera che rileva il calore spingendo la tendenza dell’uso dei colori fluo all’estremo e al tempo stesso imitando grottescamente i colori saturi della computer grafica videoludica non sarebbe nulla.
Gamer cinema? Trip psichedelico e una sorta di allucinazione costante che ripete i movimenti, rallenta l'azione, esalta tutto quello che gli conta e alla fine rimane il dubbio se nonostante la tecnica impiegata valeva davvero sfinire il pubblico con un film infinito nonostante la breve durata e privo di alcun senso.
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