Titolo: In viaggio con papà
Regia: Alberto Sordi
Anno: 1982
Paese: Italia
Giudizio: 4/5
Padre e figlio, il primo playboy
sfegatato, il secondo timido inguaribile, partono per un viaggio
durante il quale si conosceranno reciprocamente e si educheranno a
vicenda. Proprio il figlio, con tutta innocenza, porterà via al papà
la sua giovane amante.
Insiste te co 'sto veleno! Questi
so' 40 secondi di vita in meno.
Non me ne frega niente, è una scelta che ha fatto papà: sono 40 secondi de meno di vita ma forse scopi.
Aridaje co 'sto sesso! T'è entrato dentro ar cervello a te er sesso...
E manco esce.
Non me ne frega niente, è una scelta che ha fatto papà: sono 40 secondi de meno di vita ma forse scopi.
Aridaje co 'sto sesso! T'è entrato dentro ar cervello a te er sesso...
E manco esce.
Sordi-Verdone-Leone. La commedia
diretta da Sordi se vista attraverso le lenti di un vero rapporto
padre-figlio può risultare a tratti davvero imbarazzante.
Trascinarsi dietro le avventure erotiche di un padre playboy per un
figlio timido e impacciato è un trauma che rischia di creare effetti
collaterali e conseguenze nefaste per il rapporto famigliare. Il film
anzichè prendere quella piega più grottesca e drammatica, sceglie
la risata e il perbenismo attraverso una galleria di gag continue,
alcune davvero ironiche e ispirate che vedono Sordi assoluto
protagonista, con un Verdone che quasi mai riesce a dargli corda
rimanendo sempre diversi gradini al di sotto.
L'antitesi padre-figlio con il primo
Armando pragmatico, di successo, materialista, borghese, infingardo
ed erotomane, un eterno Don Giovanni con un matrimonio alle spalle e
il secondo Cristiano mezzo ritardato, idealista, ingenuo, mistico e
sognatore. Il film a tratti diverte, a volte come la comunità che
Cristiano deve ritrovare dopo che lo hanno abbandonato con il guru in
cima alla montagna rimanda a quel periodo che ha segnato molto
Verdone nelle sue commedie.
I veri momenti reali e drammatici non
sono molti ma ne basta uno in particolare a mostrare la reale facciata
di come stanno le cose. Quel momento in cui Cristiano in macchina
domanda ad Armando che fine abbiano fatto i valori di una volta, e
suo padre sorridendo con viva comprensione, parla di una vita che è
cambiata, che si è sfasciata. Cambiano le persone, gli affetti
rimangono, ma con tanto di egoismo. Ci si arrangia, e alla fine quel
papà distratto proverà a raccontarti una storia, quella della nonna
in paese, e proverà a spiegarti la sua sul consumismo. Ma finisce
che tu ti addormenti in macchina accanto a lui, quando poco prima gli
gridavi il tuo ideale di comunicazione.
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