Titolo: Diamanti Grezzi
Regia: Safdie
Anno: 2019
Paese: Usa
Giudizio: 5/5
Howard Ratner è un gioielliere che
gestisce un negozio nel Diamond District di Manhattan. Incallito
giocatore d'azzardo, marito e padre di famiglia con villa nei
sobborghi, adultero con l'amante in città, Howard vive perennemente
braccato dai debitori, in particolare dal cognato affiliato alla
mafia italoamericana. Maneggione e bugiardo, ripone le sue speranze
in un opale proveniente dall'Etiopia: ma qualche giorno prima
dell'asta che dovrebbe fruttargli una somma milionaria, si fa
convincere dal giocatore di basket Kevin Garnett, venuto in visita al
suo negozio, a scambiare la pietra con un anello, dando così inizio
a una serie infinita di traffici che segneranno il suo destino.
Attenti a quei due, già lo presagivo
dal loro esordio. I Safdie stanno dimostrando di essere quei
riformatori, quei distruttori di regole, forme, messe in scena,
dialoghi, trame assurde e molto altro ancora.
Tre film tutti in crescendo, tutti con
un tasso adrenalinico scoppiettante, in particolare con quest’ultima
opera ci troviamo di fronte al film più complesso, ambizioso,
monumentale, frenetico.
Mai e poi mai avrei detto che Adam
Sandler mi sarebbe piaciuto così tanto. Un attore detestabile sempre
legato a film penosi e inclassificabili qui incarna l’ebreo
“malefico” doppiogiochista perfetto che in fondo molti odiano ma
che è riuscito a diventare ciò che è, senza farsi mai mettere i
piedi in testa da nessuno, ma costantemente alla ricerca del
compromesso ideale soprattutto per lui.
Howard Ratner diventa così il centro
nevralgico nel nuovo mondo, da cui tutto nasce e dove sembra che
tutto debba confluire, senza mai perdere la continuità di una serie
incontrollata di affari che si intrecciano in maniera formidabile e
non riuscendo mai a prendersi una pausa in un crescendo patologico di
mischiare tutto a partire dalla sua incasinata vita privata.
Uno dei film più belli di questa
annata cinematografica, un film che guarderò e riguarderò per
l’assoluta e irrefrenabile astuzia e capacità nel tenere un ritmo
diabolico, a tratti eccessivo, spesso incontrollato nello spettatore
che dovrà mettercela tutta per collegare tutti gli impianti di
semina che sembrano un campo sterminato.
Nessun commento:
Posta un commento