Titolo: Hunt
Regia: Craig Zobel
Anno: 2020
Paese: Usa
Giudizio: 2/5
Dodici sconosciuti si risvegliano all'interno di un parco
appartenente alla cosiddetta Tenuta (the Manor), scoprendo di lì a poco di
essere stati scelti per essere cacciati in un gioco ideato da un gruppo di
persone della ricca. Per rendere il gioco più interessante alle prede vengono
concesse delle armi che recuperano da un'enorme cassa posizionata nel bel mezzo
di una radura del parco
Zobel all’attivo ha diretto l’interessante Compliance, un
film che faceva luce su un fatto insolito negli Usa. Hunt sembra tante cose e
ne scopiazza molte altre, un survival-movie con catfight finale senza
esclusione di colpi.
Persone sconosciute che partecipano ad un gioco in cui
una certa elite borghese gode nel farli fuori “perché deplorevoli” ovvero chi
per la caccia, chi perché ha commesso non si sa bene cosa, chi per altri motivi.
Tutti vengono scelti come vittime sacrificali per finire massacrati. Abbiamo la
final girl cazzutissima che dalla scena della stazione di servizio capisce di
non essere in Arkansas ma vicino alla Croazia.
Insomma un film che parte su un aereo, continua in un
bosco e finisce in un campo rifugiati e infine in una villa per lo scontro
finale.
Hunt di certo non annoia, ma è una tale galleria di
luoghi comuni e idee prese da altri film cercando di dargli una parvenza di
autorialità imbarazzante. I dialoghi sono così privi di carattere, i personaggi
scontatissimi (forse l’unico aspetto positivo e che prima dell’arrivo di
Crystal chiunque possa sembrare il protagonista muore malamente) e la trama
come il disegno e l’intento da parte dell’elite davvero telefonata all’ennesima
potenza. Tra le tante idiozie del film il piano segreto di Crystal che confida
ad Athena nel dialogo finale (un gioco degli equivoci che sembra una presa in
giro) il massacro della tana dove tutti i membri dell’elite si nascondono per
venire sgominati dalla stessa Crystal e tanti altri fattori che cercano di dare
spessore al film senza riuscirvi. L’unico motivo per cui non lo boccio
completamente è perché non si prende sul serio e regala qualche timido sorriso.
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