Titolo: Chiesa
Regia: Michele Soavi
Anno: 1986
Paese: Italia
Giudizio: 4/5
In una cattedrale gotica nella Germania
dei nostri giorni accadono fatti misteriosi. I sotterranei, aperti
incautamente da un bibliotecario troppo curioso, fanno uscire un'orda
di creature maligne che possiedono e contaminano tutti i visitatori.
La porta della chiesa si chiude misteriosamente. Tutti gli occupanti
sono uccisi o invasati. L'unico che resiste è un prete di colore
che, a prezzo della vita, fa crollare la cattedrale seppellendo
nuovamente tutti i suoi terribili segreti.
Soavi era l'unico erede al trono di
Dario Argento. Peccato che la scarsa filmografia, i problemi con le
major e altri interrogativi hanno fatto sì che del regista milanese
ci rimanga meno di un pugno di film, per fortuna diversi dei quali da
ricordare.
Sul filone del genere neo gotico
italiano, dopo i maestri che al tempo dettarono le regole indiscusse
del genere, toccò a Soavi regalarci almeno due film molto importanti
per l'horror, il sottoscritto e il successivo Setta.
La Chiesa ha una struttura molto più complessa, si avvale delle
maestranze più in voga di allora, punta su un cast internazionale e
strizza l'occhio alle opere del suo mentore.
Doveva essere diretto da Lamberto Bava
e uscire come terzo capitolo della saga “Demoni”, invece Bava,
già in accordi con la Fininvest per dirigere la miniserie televisiva
Fantaghirò, fu rimpiazzato dal suo aiuto regista Michele Soavi.
Un film molto complesso e discusso dove
il tema principale, che ritroveremo in altre opere dell'autore,
sembra coincidere con la geografia di un luogo (in questo caso la
chiesa) che racchiude tutto il male del mondo ed è pronto a
diffonderlo come riprenderà anni più tardi Carpenter con alcune sue
opere.
Soavi dimostra un talento che la
maggior parte dei registi odierni si sognano e tutto passa da
un'accurata cura formale di ogni singolo frame e dettaglio del film
dove nulla è riposto a caso.
Come per Inferno(1980)
di Argento anche in questo caso il confine tra fantasy e horror e
labile aprendo le porte a diversi spunti. Dai cavalieri teutonici, il
medioevo, le streghe, le rune celtiche, passaggi segreti, creature
orrende, trabocchetti nascosti nella chiesa nemmeno fosse una
piramide egizia.
La chiesa rappresenta uno dei migliori
esempi dell’ultimo periodo del cinema horror italiano.
Seppur con qualche strafalcione nel
secondo atto che ammorba un po il ritmo e il susseguirsi delle
azioni, tutta la parte del gruppo di personaggi bloccata nella chiesa
alle prese con le entità demoniache è perfetta, fino ad arrivare
alle fosse comuni dove venivano gettati gli eretici e dove alcuni si
risvegliano decisamente furibondi con la santa madre chiesa.
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