Titolo: Animali fantastici- I crimini
di Grindelwald
Regia: David Yates
Anno: 2018
Paese: Usa
Giudizio: 2/5
New York, 1927. Sono passati pochi mesi
dalla cattura da parte del MACUSA del perfido e potente Grindelwald
e, come da minaccia, il Mago Oscuro sfugge presto alla detenzione,
nel corso di una sequenza aerea che stabilisce da subito le
caratteristiche dello spettacolo visivo che sta per seguire:
vertiginoso, inquieto e acrobatico. Grindelwald ha piani estremi, sul
mondo dei maghi e su quello dei non maghi, e si dirige a radunare i
suoi seguaci, pescando tra le fila degli scontenti per i metodi
repressivi e violenti del Ministero della Magia. Ma in particolare
cerca Credence, l'Obscuriale miracolosamente scampato alla morte.
Anche Newt Scamander, il timido magizoologo, è sulle tracce del
ragazzo, per conto di Albus Silente. E naturalmente anche il
Ministero, e l'Auror Tina, con la quale Newt ha un malinteso
sentimentale in sospeso.
Il sequel di Animali
fantastici e dove trovarli
per fortuna non perde tanto tempo ma si lega dopo solo qualche mese
ai fatti narrati in liena temporale. Tanta azione, molto più che nel
precedente capitolo, e una preparazione per quello che ovviamente
sarà lo scontro finale nel terzo e spero ultima parte della saga.
Veniamo subito al sodo. In più due ore
e mezza gli interrogativi sono davvero pochi, quasi nulli direi.
Tutto viene spiegato e rispiegato con una dovizia di particolari come
solo gli americani sanno fare. L'unico mistero resta l'antico legame
tra Silente e Grindelwald e le origini piuttosto pasticciate di
Credence in una scena a cui non volevo crederci sul serio.
Si corre tanto, si ride meno, tra
l'altro su freddure abbastanza di cattivo gusto e le new entry non
vengono caratterizzate poi così bene. La fuga iniziale
dell'antagonista è quanto di più telefonato si possa vedere e forse
solo nel finale arriva qualche piccolo colpo di scena come un effetto
smorzato di una bacchetta difettosa.
Qualche impasto con la mitologia
cinese, alcuni scenari carini, ma tutto ha un effetto kitsch che alla
lunga stufa e annoia, come voler continuare ad affondare su un
progetto che non aveva assolutamente bisogno di uno spin-off.
Nessun commento:
Posta un commento