Titolo: Kickboxer-Retaliation
Regia: Dimitri Logothetis
Anno: 2018
Paese: Usa
Giudizio: 2/5
Kurt Sloan non vorrebbe tornare in
Thailandia ma, durante un allenamento, viene catturato, sedato e
rinchiuso in una prigione. In cambio di 2 milioni di dollari dovrà
affrontare un temibile sfidante e, solo nel caso di vittoria, verrà
liberato.
Alle volte è troppa la tentazione per
il trash. Quando poi è il sequel di un'altra trashata le
aspettative, essendo ancor più basse, non possono che portare a
tante risate e divertimento assicurato nel non sense generale di un
film che non sta in piedi.
Ritorniamo ad una saga che già segna
il suo limite più grosso dal momento che KICKBOXER, tra l'altro non
credo neppure di averli visti tutti, erano già un film da non
ricordare.
Qui non hanno fatto altro che inserire
più attori possibili con il risultato di non far altro che una
parata di "star" dove ovviamente l'oscar non può che
meritarselo Van Damme.
Quando parlo di parata di "star"
bisogna però almeno citarne qualcuna: Ronaldinho, non parla, non
dice nulla, tira solo pallonate alla gente; Myke Tyson, che tira
pugni a destra e a manca scimmiottando se stesso e ridendo come un
cretino; Christopher Lambert che fa davvero paura per quanto è
inquietante ed è invecchiato davvero male, altro che immortale;
infine Hafþór Júlíus Björnsson alias Mongkut, un altro gigante
smisurato dopo l'episodio precedente con Dave Bautista.
Il problema più grosso del film al di
là delle difficoltà produttive, sceneggiature scritte da gente
improvvisata al momento e soprattutto quello di avere una durata
eterna per quasi due ore.
Cos'altro dire di questo film che ho
praticamente già rimosso. Brutto, a volte dannatamente comico e
l'apoteosi del trash quando ascoltiamo alcune gag tra gli attori per
non parlare dei dialoghi assurdi che rasentano i luoghi comuni più
ambiti per i film di serie b sulle arti marziali e che in fondo non
possono che ammettere il lato meno nascosto del film: qualcosa di
vergognosamente tragicomico
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