Titolo: Ugly
Regia: Anurag Kashyap
Anno: 2013
Paese: India
Giudizio: 4/5
Shalini è sposata con Shoumik,
violento e autoritario capo della polizia, che detesta il precedente
marito Rahul, attore squattrinato. Un giorno in cui la piccola Kali,
figlia di Shalini e Rahul, è con il padre, questi la lascia da sola
in macchina; quando torna la bambina è scomparsa. Si scatena la
caccia al rapitore, ma rispetto alla volontà di ritrovare Kali
sembrano prevalere le vendette personali e i conti in sospeso da
risolvere.
Ugly è un thriller indiano passato in
sordina alcuni anni fa e proiettato infine al TFF.
Un film controverso e disturbante che
parla del lato nascosto dell'India, o meglio di alcuni lati oscuri e
del livello ormai inquietante di corruzione che attanaglia la città
ponendo in primis l'inefficenza delle forze dell'ordine indiane.
Proprio le istituzioni vengono
criticate in una galleria di personaggi tutti in fondo meschini,
scelte e ambientazioni degradate quanto lussuose ponendo come fatto
sociale rilevante la disuguaglianza che affligge questo paese.
Un thriller vitale e dinamico che nelle
sue due ore di durata non si ferma mai, in un viaggio alla scoperta
di se stessi, di un paese che finalmente racconta anche storie
cruente abbandonando per un attimo il contesto e l'ironia
bollywoodiana. Kashyap va ancora oltre con una messa in scena ottima,
un gran ritmo, un montaggio attento e delle buone scelte di camera
oltre che prediligere il cinema di genere in un crime story che non
si vedeva da tempo. Lo stesso cast vede alcuni attori affermati nel
vasto panorama delle produzioni indiane. La critica come dicevo non
si limita solo ai rapimenti di bambini (una realtà scioccante se
qualcuno ha voglia di interessarsi alla vicenda) trattando però
tutte quelle dinamiche che sembrano proprio nascere dal contesto
culturale, in cui vediamo le forze dell'ordine che sembrano
alimentate da una profonda diffidenza per i cittadini, le donne
lasciate in casa a bere che non sanno come passare le giornate, una
cultura in fondo sempre più misogina e in tutto questo amici che
rischiano la propria vita e la propria dignità per aiutare il
prossimo e un finale davvero pesante che conferma l'ottimo lavoro di
sceneggiatura, nonostante alcune piccole defezioni durante l'arco
temporale della storia.
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