Titolo: Solengo
Regia: Alessio Rigo De Righi, Matteo
Zoppis
Anno: 2015
Paese: Italia
Giudizio: 4/5
In una località di campagna un gruppo
di anziani evoca la vita di Mario de Marcella, un eremita che viveva
nei boschi circostanti. Le vivaci discussioni che seguono sono spesso
contrastanti. L’eremita, noto come “il solengo” il cinghiale
solitario, ha deciso di vivere fuori dal branco.
Il solengo è da tutti paragonato al
maschio del cinghiale che vive lontano dal gruppo in solitario.
Ed è proprio così. Mario è un uomo
difficile, diffidente e scontroso che preferisce le bestie alle
persone e non ama interagire con gli altri. Gli secca pure di
salutare le persone e infatti non lo fa, attirando ire e sguardi
diffidenti. E'interessante scoprire che esistono persone che decidono
di vivere nella società e allo stesso tempo fuori dalla società. La
coppia di registi italo-americana continua una ricerca grazie al
documentario (tra l'altro vincitore come miglior documentario del TFF
32) in spazi e luoghi desolati come in questo caso la Tuscia, una
zona un tempo popolata dagli Etruschi.
E proprio questa incantevole e ostica
location, una terra senza tempo, arcaica e primitiva che sembra piano
piano scomparire come coloro che la abitano, contadini e cacciatori
sempre in gruppo e sempre a testimoniare la loro diffidenza con i
forestieri pensando invece al Solengo come un tipo diverso e forse
solo un po strambo.
Tutti dicono di aver visto e sentito
storie come nella profetica battuta detta durante tutto il
mockumentary da quasi tutte le comparse“così dicono, eh, io non lo
so”
Figlio di fattucchiera che annunciava
apocalissi, forse assassina forse no, la madre di Mario aveva ucciso
il padre in un raptus perché questi era sempre ubriaco. Il bambino
sembra forse nato in carcere dove la madre scontava la pena o
comunque cresciuto in quell’ambiente nei suoi primi anni di vita,
scorbutico e anche violento, asociale, ora folle ora incompreso, più
a suo agio con la natura che con i suoi simili, sembra addirittura
essere stato un figlio illegittimo.
La complessità dell'infanzia, dei
traumi e dei ricordi, la gravidanza non voluta, la vita solitaria,
l'amore per la natura e tanto altro ancora sono gli strumenti per
cercare di comprendere la natura selvaggia e misteriosa di Mario de
Marcella.
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