Titolo: Toro
Regia: Kike Maillo
Anno: 2016
Paese: Spagna
Giudizio: 3/5
Toro è un giovane che si è rifatto
una vita dopo un incidente che lo ha portato a trascorrere un lungo
periodo al fresco: ora ha un lavoro legale e una fidanzata solare,
lontano da quel passato criminale che intende lasciarsi alle spalle.
Ma suo fratello López, coinvolto in affari sporchi con Romano, che
ha rapito sua figlia adolescente, gli chiederà aiuto e lo
trascinerà, suo malgrado, in una spirale di truffa, fuga e violenza.
Toro è un'opera che già dalla trama
si intuisce fin da subito dove andrà a parare.
Un film di genere con le palle, quasi un
polar, che punta su alcune importanti scene d'azione (inseguimenti,
combattimenti e sparatorie) e un ritratto sulla mafia nei paesaggi
costieri andalusi tanto conosciuta in Spagna con un particolare
intento di raccontare una storia di violenza, di corruzione e di
legami familiari.
Il film di Maillo parte già in quinta,
ribadendo in fondo quegli che appaiono al pubblico come presagi di
morte, l'immutabilità delle cose, alcune scelte che determinano per
forza uno scontro che non si potrà più fermare. Un film che sembra
una resa dei conti tra chi si sente intrappolato da un destino che ha
più solo gli occhi della morte e un'idea di poter sperare fino alla
fine in un viaggio di redenzione. Sono proprio i fratelli ad avere
una caratterizzazione che trova alcuni buoni spunti soprattutto tra
il protagonista e Lopez, un Tosar sempre d'effetto tanto per
cambiare, capace però di dare una connotazione diversa al classico
criminale sfigatello. Sicuramente Maillo al suo secondo film è da
tener d'occhio trasformando il film di genere in uno degli
esperimenti spagnoli più interessanti assieme a la ISLA MINIMA.
Nessun commento:
Posta un commento