Titolo: Fango Bollente
Regia: Vittorio Salerno
Anno: 1975
Paese: Italia
Giudizio: 4/5
Ovidio Mainardi è, all'apparenza, un
tranquillo impiegato addetto ai calcolatori elettronici in una grande
azienda. La monotonia del lavoro, la solitudine esistenziale di un
matrimonio mal combinato, ove per la moglie, più del marito conta la
carriera, spinge Ovidio, con altri due soci, a sfogarsi in atti di
vandalismo e di crudele cinismo, che si manifesta in una serie di
delitti, vere esplosioni di crudo sadismo.
Fango Bollente è un robusto film di
genere in quello che è stato uno dei periodi cinematografici più
fertili in Italia. Un'opera intensa, un noir violento e avanti con i
tempi che rappresenta come per altri registi le nevrosi della società
contemporanea.
I punti di forza del film sono l'ottima
messa in scena, un montaggio serrato, dialoghi taglienti e
interpretazioni memorabili come quella di Joe Dalessandro. Se a tutto
questo uniamo le musiche elettroniche di Franco Camparino e alcune
notevoli scene di violenza, come quella nel magazzino sulle due donne
e della moglie del protagonista, allora si riesce ancora meglio a
comprendere come in un film come questo che sembra mischiare
polizziottesco e alcune citazioni al cinema di Bava come Rabid
Dogs, notiamo come sia
l'ennesimo film che attraverso il cinema di genere denuncia lo stress
della vita moderna, l'alienazione e il lavoro in catena di montaggio,
tutti mali che andavano già delineandosi tra la classe operaia ed esponenti di un cento medio logorato di cui ancora non si parlava
tanto.
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