Regia: Tommy Lee Jones
Anno: 2011
Paese: Usa
Giudizio: 4/5
Due estranei, senza punti in comune tra loro, si confrontano drammaticamente. Il Bianco e il Nero sono senza nome, distinti solo dal colore della pelle. Sono chiusi in casa e discutono, si scontrano sul significato delle sofferenze umane e sull'esistenza di Dio.
"Mostrami una sola religione che non prepari alla vita dopo la morte. Mostramene una che prepari al nulla. Ecco quella sì che farebbe per me."
Cormac McCarthy è come Re Mida trasforma tutto ciò che scrive in oro.
Tommy Lee Jones è quello che arriva subito dopo per la settima arte, dimostrando con i suoi film, come alcuni attori, siano ancora più bravi dietro la macchina da presa.
Jones non solo ha saputo ridare enfasi ad un genere che per alcuni sembra morto come il western, ma ha saputo dargli quella carica di drammaticità che sembrava dimenticata per eccessi di forma che spesso portano i registi a veder sfumate un sacco di buone occasioni. Sunsed Limited parte da uno script teatrale e io amo gli script teatrali.
Se poi dietro c'è qualcuno che ne sa particolarmente, allora un dialogo può trasformarsi in un lungometraggio, tenendoti incollato alla sedia e facendoti fare capitomboli dall'emozione e dai riferimenti, le riflessioni e le citazioni che si trascina dietro.
Ed è proprio questo il caso. Tommy Lee Jones e Samuel Jackson. Una stanza. Un tavolo. Due sedie. Un divano. Punto. Il gioco è fatto e così il risultato e l'efficacia del film.
Forse uno dei duelli filosofico-esistenziali più interessante degli ultimi anni, sviluppato e tratteggiato con acume come solo un drammaturgo attento, unito ad un bravo regista sono in grado di fare.
La modernità che attraversa dogmi religiosi, diventando viscerale fino alla radice, senza mentite spoglie, ma rivelando l'essenzialità della natura dell'uomo è il fulcro, il perno a cui si prende parte in questo bellissimo film che non concede tregua e non può permettersi di darla.
Ed è per questo che venero McCarthy, per il fatto che sia uno degli unici ad essere a tutti gli effetti disturbanti sondando la realtà della miseria e dei limiti dell'essere umano, eppure tratteggiando questo aspetto con una grazia e un'eleganza tale da renderlo quasi un unicum nel suo mestiere.
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