Titolo: Essential Killing
Regia: Jerzy Skolimowsky
Anno: 2010
Paese: Polonia
Giiudizio: 3/5
Una coppia di impresari americani viene
scortata dalle forze militari in una perlustrazione per le gole del
deserto dell'Afghanistan, finché un talebano nascosto in un antro fa
fuoco sul gruppo. Impaurito, l'assassino fugge per il deserto finché
non viene catturato e rinchiuso in un carcere militare dove subisce
torture e viene interrogato come possibile terrorista.
Impossibilitato da una temporanea sordità a rispondere a qualsiasi
domanda, viene inviato in un campo di prigionia ma, durante il
trasferimento, riesce a fuggire dal convoglio militare, dando inizio
a un'estenuante caccia all'uomo all'interno di una sconfinata foresta
innevata.
Essential Killing come la geografia del
film in cui si concentra, passa da un estremo all'altro in tutti i
sensi.
Da un lato è una critica profonda, un
malessere e insieme abbandono, una caccia all'uomo attenta e
impreziosita da alcune scelte insolite e originali (il seno della
donna per sopravvivere, le gole del deserto all'inizio, il disagio
vissuto da Mohammed).
Dall'altro ha un finale nonchè una
parte di mezzo un po sconclusionata, un iter di violenza che può
essere giustificato dal senso di sopravvivenza ma che ad un tratto
diventa contestabile (il tagliaboschi) senza parlare della soluzione
ad effetto di avere un outsider come Vincent Gallo nella parte, poco
convincente, di un talebano.
Eppure Gallo ha una mimica così
insolita da riuscire a tenere tutto il peso del film e dare forma a
quella sofferenza, in questo caso legata prettamente al contesto
rurale e contraddistinta dalla fauna naturale che appare
funzionalissima per il film del nuovo "godard" polacco
(mah...).
Al di là della denuncia, che comunque
è da entrambe le parti, accanita feroce come la violenza che
sprigiona il protagonista senza nome (Mohammed quasi come un
leitmotiv del mondo arabo) e dall'altra, facendo riferimento alla
prigionia e alle torture nonchè alcune parti, va a capire, dove in
terra natia apprezza i frutti della sua terra.
Un film che dal punto di vista degli
intenti deraglia continuamente, ma riesce sempre infine a trovare un
suo binario principale. Sprecata la presenza della Seigner.
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