Titolo: We are fine
Regia: Henri Steinmetz
Anno: 2015
Paese: Germania
Festival: TFF 33°
Giudizio: 2/5
In un tempo storico misterioso, la vita
di Tubbie, Tim, Jojo, Birdie e Marie ha preso una piega
imprevedibile, come se le vacanze estive non fossero mai terminate.
Stretti in un gruppo molto coeso, i cinque ragazzi si aggirano
apparentemente senza uno scopo, come cani randagi, in una città
anonima che non si cura di loro; nel caldo soffocante di una estate
interminabile, vivono momenti di inattesa beatitudine. Ma ben presto
questo gioco a nascondino con la realtà, questa fuga dal mondo
mostrerà le sue conseguenze e le prime crepe inizieranno a minare
l’unità del clan.
«Il film non spiega perché esista un
gruppo come quello di cui fanno parte i cinque protagonisti. Mi
sembrava più interessante studiare e osservare cosa succede proprio
a causa della sua esistenza.
Che effetti ha l’appartenenza a
questa vera e propria costellazione, sia per il gruppo nella sua
totalità sia per il singolo? A quali cambiamenti vanno incontro i
suoi membri? Come si comportano l’uno con l’altro, fino a dove
riescono a spingersi e in quale momento l’unione si sfalderà?»
dice il regista presentando la sua opera prima.
We are fine è un film sull'alienazione
giovanile.
Minimale, barocco, con pochissimi
dialoghi e composto per lo più di sguardi.
Alcuni hanno provato ad azzardare un
paragone con il film manifesto di Kubrick sulla violenza, anche se
completamente diverso, soprattuto negli intenti, mentre invece per la
questione legata al branco, la divisione e la scansione in capitoli,
la musica classica e per finire un' estetica elegantissima e mai
volgare, forse qualche paragone può esserci ma qui di violenza ce
n'è veramente poca.
Le scene di violenza sono sporadiche e
quasi sempre esterne al branco.
L'assalto alle ville borghesi, i
rallenty nella piscina, l'aggressività che emerge quando viene messo
alla prova il leader Tubbie e un diverbio con un cameriere in un
ristorrante.
Romantico, come nella scena in cui
Tubbie osserva da dietro uno specchio, durante una festa,
l'avvicinamento e le pulsioni sessuali di Marie e Tim. Dovrebbe
arrabbiarsi, ma non ci riesce. Alla fine con un accendino apre una
finestra per mostrarsi a loro. Però non basta e piccole soluzioni
estetiche e visive non bastano a portare a galla una sommaria lenta
routine che sembra non prendere mai una direzione.
We are fine si apre con una scena nel
bosco catartica e davvero poetica, continua in un appartamento scarno
composto per lo più da foglie e da strani passaggi segreti che
conducono nelle altre stanze, con scatole di cartone.
Purtroppo però il film cade vittima
del suo stesso esasperato estetismo che finisce con il diventare
noioso e senza un vero obbiettivo.
Mostrare l'appartenenza è importante e
si può farlo usando svariati stili di linguaggio.
Steinmetz sa sicuramente girare molto
bene, fotografia e stile tecnico sono impeccabili.
Purtroppo però non riesce a costruire
un'analisi vera e propria, bloccandosi su troppi elementi futili e
bloccato infine da implosioni di cui spesso non si colgono i sensi.
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