Titolo: Split
Regia: M.Night Shyamalan
Anno: 2016
Paese: Usa
Giudizio: 2/5
Anche se Kevin ha mostrato ben 23
personalità alla sua psichiatra di fiducia, la dottoressa Fletcher,
ne rimane ancora una nascosta, in attesa di materializzarsi e
dominare tutte le altre. Dopo aver rapito tre ragazze adolescenti
guidate da Casey, ragazza molto attenta ed ostinata, nasce una guerra
per la sopravvivenza, sia nella mente di Kevin – tra tutte le
personalità che convivono in lui - che intorno a lui, mentre le
barriere delle le sue varie personalità cominciano ad andare in
frantumi.
Night Shyamalan è da diverso tempo che
non gode più di alcuni privilegi a Hollywood.
A mano a mano ha visto diminuire i
budget dei suoi film, le major hanno scommessso meno su di lui,
nemmeno fosse un appestato, con il risultato che l'autore ha
continuato a fare di testa sua.
In realtà questa strana conseguenza ha
sancito una piccola nuova rinascita del regista che con pellicole
deliziose come LADY IN THE WATER e THE VILLAGE (gli unici film
davvero interessanti del regista) ha saputo conquistare il pubblico
grazie ad una preciso modo di impiegare la suspance e l'atmosfera.
Ora Visit,
il film precedente, ha più o meno delle caratteristiche anomale con
questo Split. Prima di tutto l'idea alla base del film rimane la cosa
migliore. L'autore purtroppo non riesce a mantenere le aspettative
dovendo sempre e per forza aggiungere elementi a dispetto di una
trama che se mantenuta su alcune traiettorie legate alle personalità
sfaccettate, avrebbe già avuto molto da dire e su cui concentrarsi.
Gli omicidi e il climax finale con il
raptus di violenza stonano proprio con tutto quello che c'è stato
prima di buono rompendo nettamente ogni barriera e catapultando il
film su elementi sovrannaturali (la Bestia) a dispetto della
realisticità della narrazione nei primi due atti.
Questo elemento si rivela purtroppo una
scelta radicale che trasforma gli intenti psicologici del film in
un'orda e un accozzaglia di violenza e scene irreali che minano quel
poco di credibilità che il film con fatica si era conquistato.
Ma veniamo alla destrutturazione
finale. Si parla di 23 personalità e il film ne esamina 5.
Tutti sanno come agisce una psichiatra,
la dott.ssa Fletcher (che simpatica citazione) non si mette ad
indagare, non è la psichiatra che diventa detective.
La prima parte è il pezzo migliore. I
dialoghi tra "Kevin" e la Fletcher, soprattutto all'inizio,
sono ottimi oltre ad essere la riprova che il regista se non spinge
troppo il pedale può farcela trovando un tema sempre interessante e
poco abusato dalla cinematografia (almeno non con questi numeri).
Un'altro elemento che non aiuta, nei
thriller psicologici, è proprio quello di non dover aggiungere altro
quando si ha un disturbo di personalità. Gli elementi ci sono già
tutti...e allora sentire l'orda e poi la bestia con questa
"trasformazione" che diventa quasi ironica per quanto non
sta in piedi.
La bestia che si arrampica sui muri,
che riesce a gonfiare il corpo, i colpi di fucile che non gli fanno
niente, nemmeno le lame riescono a trafiggerne il corpo.
Davvero un peccato perchè McAvoy, pur
non facendo scintille è convincente. Ancora più di lei la
talentuosa protagonista Anya Taylor-Joy.
Continuo a fare il tifo per Shyamalan e
i suoi lavori low-budget sperando che si concentri meno sull'azione e
rimanga più strutturato sulla storia e gli intenti del film.
Twist finale....l'uomo di vetro e il
cameo finale di Willis a dir poco penoso....
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