Titolo: Alita
Regia: Robert Rodriguez
Anno: 2018
Paese: Usa
Giudizio: 2/5
Il dottor Dyson Ito vive ad Iron City
nel 2563, trecento anni dopo la "caduta", e ripara cyborg
nella propria clinica. In cerca di componenti perlustra la discarica,
dove cadono i rifiuti dalla città sospesa in cielo di Zalem, e qui
trova la parte centrale di una ragazza cyborg, che decide di
innestare nel corpo, mai utilizzato, che aveva preparato per sua
figlia Alita. La ragazza non ha memoria di sé, ma è un cyborg
avanzatissimo, di una tecnologia perduta e progettata per la
battaglia. È infatti combattendo che lentamente riaffiorano le sue
memorie, così decide di entrare tra i cacciatori di taglie della
città e poi nei ferocissimi tornei di Motorball. Si innamora inoltre
di un ragazzo umano, che sogna però di raggiungere Zalem, luogo da
cui una forza sinistra sembra essersi interessata ad Alita.
Alla fine ho guardato i titoli di coda
e ho letto che il regista è Rodriguez. Non ci potevo credere.
Mi aspettavo Barbarella da Rodriguez ma
non un prodotto senz'anima come il film in questione.
Alita è un film sci fi
d'intrattenimento che cerca di cogliere alcuni importanti passi
avanti della nostra società sposandoli con la robotica, il futuro
distopico, qualcosa che ricorda vagamente cyber e steampunk, visto
che siamo nel 557 del calendario Sputnik(2533 a.c, 26° secolo),
nella Città Discarica della Terra.
Queste le premesse in un film che fin
dall'inizio sembra non interessarsi alla storia, raccontando una
favoletta che non si discosta molto da alcuni recenti film di genere
teen e per le famiglie con produzione mega galattiche e risultati
altalenanti (purtroppo anche talenti come Bloomkamp hanno appurato
questa strana equazione).
Un film da cui ci si aspetta
sicuramente una storia sontuosa che non venga riciclata come se fosse
di fatto una porcheria per famiglie (ridateci il QUINTO ELEMENTO a
questo punto) e la richiesta viene delusa forse perchè non pensavo
in primis ad un antologia, forse perchè non ho mai visto Walz
prendere così le distanze da un personaggio (il suo è ridicolo
quando prova a fare il giustiziere in giro, il Geppetto della
discarica), e ormai sdogana questa sorta di circo fumettistico dei co
protagonisti (Connelly più invecchia più acquista fascino e Ali è
uno dei neri del momento che bisogna spalmare ovunque) dove si cerca
lo stile e la classe a discapito di una caratterizzazione spesso
lacunosa e stereotipata (l'androide che perde e migliora per
continuare a perdere non si può più vedere) e infine vi prego non
fate più recitare Keaan Johnson che sembra il fratello minore ma più
mongolo di Gosling.
Purtroppo Alita non è un grande
esponente di questa sorta di contaminazione tra manga e film come è
successo non molto tempo fa con il terribile Ghost
in the shell(2017) o con
altre baracconate come Macchine
mortali.
Purtroppo questa contaminazione tra Usa
e Sol levante proprio non funziona. Peccato perchè Rodriguez è uno
che ci sa fare, capace di far prendere il via a progetti complessi e
discutibili, ma qui sembra tutto scivolare via come se guardassimo
uno show ineccepibile a livello di maestrie e computer grafica, ma
che su tutto l'altro versante trasmette un vuoto cosmico che
paralizza il cervello portando a interagire con il deretano e
chiedere quanto tempo manca all'espulsione.