Eric e Andrew sono una coppia che insieme alla figlia adottiva Wen passano una vacanza in un cottage sperduto e immerso in un bosco. La loro tranquillità viene travolta dall’arrivo di due uomini e due donne che invadono la loro casa e li legano. Arrivati a seguito di visioni che annunciano delle profezie di catastrofi, chiedono che credano alla loro storia e che sacrifichino volontariamente uno di loro per impedire l’Apocalisse e la distruzione dell’umanità.
Shyamalan è uno di quegli autori che fa sempre discutere. Da un lato bisogna apprezzare la sua voglia di mettersi sempre in gioco con temi e film di una certa caratura senza scomporsi mai troppo rimanendo sulla cresta dell'onda tra l'horror, il thriller, lo scifi e il fantasy oltre che il dramma.
Dall'altra sembra quasi che da un'idea suggestiva la resa non sia mai quella giusta come se mancassero sempre degli elementi o la sceneggiatura commettesse degli errori grossolani.
Da questo punto di vista Bussano alla porta si apre in maniera molto politically correct dove
il regista ancora una volta mette sempre in scena una qualche forma di famiglia con al centro dei bambini o degli adolescenti che si confrontano con il mondo degli adulti attraverso esperienze traumatiche, trascendentali o soprannaturali, traghettandoli verso una consapevolezza sulla durezza della vita adulta. Qui l'aspetto queer è molto presente come una scelta doverosa del regista dove però al di là di una quasi unica location e di una messa in scena straripante, il nostro si auto infligge un tradimento che compie nel mostrare a tutti i costi che il sacrificio reale di un componente del nucleo familiare porti alla salvezza in un mezzo happy end. Questa scelta depotenzia del tutto la forza del racconto che appare fin da subito chiaro e lineare, in cui il climax non raggiunge mai la tensione e non abbiamo nessun twist rivelatore come nei suoi grandi finali precedenti.
Quando vediamo il sacrificio e gli intenti della "setta" diventa subito chiaro e dove una volta avrebbe invece giocato invertendo le aspettative (come in the VISIT ad esempio). Qui l'Apocalisse sembra investire lo stesso reparto narrativo che rimane vittima di uno stesso potenziale che andava sfruttato meglio.
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