Nel 2070 il mondo è diviso in due blocchi, quello Occidentale guidato dagli americani che rifiutano le AI, e quello asiatico che invece le accoglie. Joshua è sposato a Maya, ma in realtà la sua è una operazione di infiltrazione nel territorio delle Repubbliche asiatiche, dove cerca di individuare quello che le AI considerano "il Creatore". Gli americani però attaccano con la loro piattaforma orbitante prima che lui ottenga l'informazione, uccidendo nel bombardamento sua moglie Maya. Cinque anni dopo l'esercito gli dice che Maya è invece sopravvissuta: Joshua ha una nuova possibilità di salvarla, a patto che distrugga l'arma che le AI hanno costruito. Ma l'arma in questione si rivela essere una bambina robot...
Gareth Edwars è riuscito in un'impresa difficile facendo un suo film molto personale con un budget modesto e un'insieme di elementi e temi presenti nel film da lasciare davvero senza parole.
L'autore di cui non c'è bisogno di presentare il curriculum parla di temi sul sociale, famiglia, genitorialità, amicizie, affetti, scifi, distopia, post-apocalittico, guerra, supremazia, totalitarismi, discriminazione razziale (ai danni delle AI). Con qualche tenera similitudine con BLADE RUNNER Edwards riesce a regalare innanzitutto un'esperienza visiva d'impatto, con location stupende, le stesse AI delineate e caratterizzate molto bene. Gli antagonisti e quindi i mercenari americani cazzuti e cattivi al punto giusto e in tutto questo il tema della fuga, di come partendo con una precisa idea in mente ci si ritrovi a scoprire come è tutto diverso. Infine una battaglia che in giorni come questi su paesi economicamente e militarmente più deboli lascia una bella traccia.
Ci sono influenze legate alla guerra in Vietnam, campagne governative reazionarie, una bambina che non abusa mai del suo potere e una piattaforma orbitante che fa davvero paura con quella capacità di colpire come un castigo dal cielo diventando pertanto divina, disumana nel suo scansionare il territorio sottostante come fosse un codice a barre.
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