Titolo: Who's watching Oliver
Regia: Richie Moore
Anno: 2017
Paese: Usa
Giudizio: 2/5
Il solitario Oliver vaga di notte senza
meta per le strade della città. Intrappolato in una vita umiliante e
frustrante in cui riesce a reagire solo con la violenza, Oliver trova
nella dolce ed ingenua Sophia un’ancora di salvezza. Con lei il
triste e squilibrato killer cercherà di mantenere il controllo…
Who's watching Oliver è un altro
malato film che mostra un protagonista vittima di disturbi mentali
con un rapporto ossessivo compulsivo nei confronti della madre che lo
guarda da uno schermo consumare rapporti e affettare ragazze per cui
prova dei sentimenti.
Uno slasher splatter in parte con scene
davvero esplicite nei nudi e nel sangue quando mostra sopratutto le
scene di torture ai danni delle povere malcapitate.
Il fatto che la pellicola sia
indipendente oltre ad essere l'esordio di Moore, di sicuro apporta
alcuni piacevoli accessori al film e riesce a metterlo in scena con
alcune suggestive e originali momenti, come il rapporto di Oliver con
le coetanee, cogliendo i suoi stati emotivi interni quando prende le
"pillole" sondando il rapporto con i problemi mentali
generati dagli abusi commessi dai genitori e la loro conseguente
connessione con la sfera emozionale con cui Oliver ha molta
difficoltà oltre ad apparire in pubblico come un semi ritardato.
Moore riempie immagini di sangue e
frattaglie, usa tanta camera a mano oltre che seguire minuziosamente
il suo protagonista con tanti primi piani e mezzi busti, rendendo la
fotografia sporca dando così ancora più un senso di marcio e
sporcizia all'intera pellicola.
Il film purtroppo non riesce ad essere,
nonostante gli sforzi originale ad andare oltre quello che
ciclicamente mostra senza affossare la critica o sviluppare qualcosa
che non sia solo mattanza.
L'incipit e la trama in generale sono
troppo debitrici ad altri film o classici di genere.
Oliver è un incrocio tra Bateman e
Bates già visto troppe volte al cinema così come l'idea di
riprenderlo sempre nella sua maniacalità osservando sempre la sua
routine quotidiana, che consiste nell’alzarsi la mattina, lavarsi,
prepararsi, fare colazione, infine compiere un giro al mercato e al
parco giochi locale prima di selezionare le vittime impasticcarle, legarle e poi ucciderle con l'eco della mamma che incita il figlio a
far peggio di quanto può.