Titolo: Favorita
Regia: Yorgos Lanthimos
Anno: 2018
Paese: Grecia
Giudizio: 4/5
Inghilterra, 18esimo secolo. La regina
Anna è una creatura fragile dalla salute precaria e il temperamento
capriccioso. Facile alle lusinghe e sensibile ai piaceri della carne,
si lascia pesantemente influenzare dalle persone a lei più vicine,
anche in tema di politica internazionale. E il principale ascendente
su di lei è esercitato da Lady Sarah, astuta nobildonna dal
carattere di ferro con un'agenda politica ben precisa: portare avanti
la guerra in corso contro la Francia per negoziare da un punto di
forza - anche a costo di raddoppiare le tasse sui sudditi del Regno.
Il più diretto rivale di Lady Sarah è l'ambizioso politico Robert
Harley, che farebbe qualunque cosa pur di accaparrarsi i favori della
regina. Ma non sarà lui a contendere a Lady Sarah il ruolo di
Favorita: giunge infatti a corte Abigail Masham, lontana parente di
Lady Sarah, molto più in basso nel sistema di caste inglese.
Chi è la favorita dell'ultimo film di
Lanthimos?
Una, nessuna e centomila.
Perchè continuando a scardinare i
generi, l'autore si presta così, in piena epoca vittoriana, a creare
questo scontro tra donne spietate, uno scontro prima di caste, ma
soprattutto di piani astuti e intelligenze che cercano di non
soccombere mai di fronte alla realtà dei fatti ovvero una mentalità
rigidamente patriarcale (la scena di Harley in cui ad ogni incontro
con Abigail la prende a calci per ribadire la sua superiorità è una
bella metafora nel film) e procacciarsi il proprio interesse dove
come un topo in trappola, bisogna sempre cercare di anticipare le
mosse della preda altrimenti si finisce in pasto ai suoi famelici
ingordi (appena ci allontaniamo dal palazzo regale, scopriamo come
soprattutto nelle campagne, la donna ha il solo compito di essere
messa a quattro zampe come mero strumento per il dominio maschile).
Cos'è la favorita?
La favorita è quella posizione in cui
la regina Anna infine decide di abbandonarsi a che gli eventi
prendano una piega disfunzionale purchè ciò la lasci libera e ancor
più avvezza ai piaceri frivoli, senza dover continuamente e
incessantemente trovare una soluzione o un patteggiamento per il bene
del proprio paese. Il senso critico, la giustizia, la nazionalità e
i valori di una discendenza, per scegliere invece qualcosa che riesca
ad intenerire, a far scorrere nella maniera migliore e più viziosa
possibile gli ultimi anni di vita, preferendo il piacere della carne
ad uno stile di vita rigido e noioso che comporta responsabilità e
scelte di giudizio (la guerra in questo caso funge come elemento
trasversale e perfetto per far tornare tutti i diversi piani
macchiavellici sotto un unico tetto e allo stesso tempo ponendo la
questione bellica come un rompicapo non semplice da decifrare)
Cosa fa la favorita?
Corre e si rincorre per tutta la sua
durata, nascondendosi, perdendosi a cavallo nelle campagne, guardando
e scoprendo come fuori dai muri del castello tutto faccia paura e i
valori e le alleanze non esistano, dovè il vincitore o la vincitrice
non può essere una sola, ma un continuo scambio dove l'intento da
parte di ognuno è quello di accaparrarsi il gradino più alto del
potere, approfittando dell'indole devastata e sepolta di una regina
malata di gotta che rimembra i suoi 17 figli morti attraverso dei
coniglietti.
Un film grottesco, delicato, erotico,
ingegnoso, che grazie ad un trio di attrici che si presta in modo
viscerale, troviamo tutti i risvolti per far sembrare questa commedia
o dramma da camera, una metafora di come in fondo, ad oggi,
continuino a funzionare le corti di tutto il mondo nelle solite
maniere e appesantite dalle stesse sofferenze e difficoltà della
vita.