Titolo: Casa nera
Regia: Wes Craven
Anno: 1991
Paese: Usa
Giudizio: 4/5
Immedesimatevi. Avete 13 anni, siete di
colore, vivete nel ghetto e siete poveri; vostra madre ha il cancro,
non avete padre e vostra sorella si prostituisce. Un giorno decidono
di sfrattarvi per un ritardo nel pagamento e un amico di vostra
sorella vi propone un piano per rubare delle monete d’oro in casa
dei proprietari del vostro appartamento.
La casa nera è una piccola chicca
facente parte di una filmografia importante nell'horror da parte di
uno dei suoi maestri post contemporanei ovvero Wes Craven
Prima di tornare allo slasher con la
saga di Scream ma dopo averci regalato alcuni film importanti sul
genere, il maestro qui gioca con un'insolita metafora che per assurdo
è forse uno degli unici tentativi ripreso con linee e intenzioni
diverse, ma nemmeno tanto, trent'anni dopo da Jordan Peele in Get
Out
Il ghetto, le difficoltà economiche,
lo sfratto, condizioni di vita precarie, un nucleo familiare
disastrato con una sorella prostituta e con una mamma sofferente.
Il protagonista un po come Milo di
Transfiguration
deve ingegnarsi come solo i piccoli devono fare maturando prima del
dovuto per necessità e per salvaguardare i propri cari.
La scelta di attraversare un confine e
sapendo di rischiare tutto sembra la stessa finalità e ideologia che
portava Miguel nel film Zona
ad attraversare un muro per sopravvivere.
Craven però farcisce il suo film con
tanti squisiti elementi dove non sembra farsi mancare proprio nulla,
pur diventando un home invasion, pur contornato da terrore, ironia
(che dopo questo film cominciava a crescere nei suoi film) e unendo
una critica sociale al modello economico capitalista sulla
differenza tra le classi sociali senza dimenticare tanto ritmo e una
vena splatter.