Titolo: Ammore e Malavita
Regia: Manetti Bros
Anno: 2017
Paese: Italia
Giudizio: 4/5
Don Vincenzo Strozzalone, 're del
pesce' e boss camorrista, scampa a un attentato e decide di cambiare
vita. Stressato e braccato da criminali e polizia, si finge morto per
ricominciare altrove con donna Maria, la consorte cinéphile che
trova la risoluzione a tutto nelle trame dei film. Ma il suo segreto,
condiviso dalla moglie e dai fedeli Ciro e Rosario, ha il fiato
corto. Fatima, una giovane infermiera, ha visto quello che non doveva
vedere. L'ordine adesso è di eliminarla. Ciro è il primo a
trovarla, risparmiandole la vita. Perché Fatima è il suo primo
grande amore. Un amore perduto ma mai dimenticato. Messa in salvo la
fanciulla, Ciro deve rispondere della sua insubordinazione. Davanti a
Napoli, a don Vincenzo e alla sua malafemmina.
In tempi dove le serie tv italiane e le
pellicole sulla criminalità organizzata stanno spopolando ci sono
produzioni dal basso che con il loro taglio indie e anti commerciale
continuano a portare avanti un certo tipo di cinema nostrano
fortemente incentrato sul territorio.
Come non amare i Manetti che seppur
molto giovani hanno già una nutrita e appassionante filmografia
nonchè una serie tv con diverse stagioni all'attivo.
AMMORE E MALAVITA sembra una
continuazione di Song'e
Napule dove torna
preponderante il musical che ancora una volta nelle mani dei due
registi riesce ad essere funzionale così come il cinema di genere
che in mano ai due fratelli cerca di trovare una sua collocazione
precisa staccandosi dalle altre produzioni e realtà per messaggi
culturali, intenti e una differente concezione della fiction.
Si ride, si piange, si perdona e si ama
e più di tutto si gioca con le maschere gli stereotipi e il folklore culturale che in questo film
non cessa mai di pulsare regalando alcune scene d'azione intense e un
ritmo che riesce sempre ad essere a dei buoni livelli.
Dall'horror alla commedia, dal
poliziesco al crime-movie, dal musical alla serie tv, il curriculum
diventa impressionante essendo il risultato di tanto cinema visto e
seguito che crea una sconfinata serie di personaggi e caricature mai
eccessive ma quel tanto da renderle grottesche.
Un cinema indie alto e colto che seppur
non entrando e non volendo misurasi con una storia complessa e
difficile punta tutto sulla messa in scena, sui protagonisti e sulle
voci che qui quasi tutte riescono a non ammorbare mai regalando una
tragedia contemporanea e divertente che seppur in toni che alternano
anche un certo tipo di comicità non smette mai di essere una critica
e un messaggio politico sulla malavita.
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