All'una di notte, un'esausta Cami chiama qualcuno che dall'aeroporto possa portarla nel posto in mezzo al nulla cui si trova il padre. Il suo autista è l'inquietante Spencer, il cui comportamento genera più di qualche sospetto. I timori cedono il posto al terrore quando l'auto su cui viaggiano si guasta in una strada isolata ed entrambi si rendono conto di non essere soli. Inseguiti da una forza soprannaturale che detta le regole di un gioco al massacro, si scopriranno presto messi uno contro l'altro.
Toll è un bel film indipendente che pur giocando e muovendosi su alcuni stereotipi di genere riesce grazie ad un efficace lavoro di scrittura a creare quel background e caratterizzare in maniera altresì interessante i due protagonisti e i loro scheletri nell'armadio. Il Toll Man è l'ennesima creatura che si ciba delle paure delle sue vittime catapultandoli in una dimensione parallela e in cui a proprie spese si entra nel suo mondo o meglio nel suo parco degli orrori. Diciamo subito che c'è un importante spaccatura tra il primo atto e il secondo. Per assurdo proprio nel secondo quando si ricalca la matrice soprannaturale e horror abbandonando il thriller e il mistery del primo atto si accentuano delle anomalie e delle difficoltà evidenti mostrando troppo e cercando inutili jumpscare quando l'atmosfera creata all'inizio era funzionale a creare ancora più domande nello spettatore a partire dai dettagli trovati nella macchina di Spencer fino a quando ognuno di loro prova a cercare una strada alternativa. Toll poteva rivelarsi ancora più suggestivo senza l'eccesso dei soliti elementi portati all'abuso, lascia fino all'ultimo sulla domanda di quale sacrificio bisognerà fare per spezzare la maledizione ma è anche vero che soprattutto appena viene rivelata la vera natura di Spencer a questa domanda drammatica viene data subito la risposta
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