Titolo: Demonio
Regia: Brunello Rondi
Anno: 1963
Paese: Italia
Giudizio: 4/5
Una ragazza è ritenuta preda del
demonio e causa delle disgrazie che colpiscono il paese in cui vive.
Dopo un inefficace esorcismo la donna si concede all'uomo che ama il
quale, persuaso come gli altri di doverle attribuire i suoi guai, la
elimina.
E'davvero intenso, rurale, magico e misterioso il secondo film di Rondi. Precursore e per certi versi sperimentale nell'approccio narrativo, sfruttando la voce narrante per raccontare i fatti sconvolgenti che accompagneranno la storia in una società rurale ignorante, meschina, misogina e ipocrita, più superstiziosa che religiosa.
"Io nascetti fra liuni e ursi, e
la sirena mi cantai li versi, stongo a stu mundo come nun ci stessi,
m'hanno messo a lu libro delli spersi."
"Il film si ispira a un fatto di
cronaca tragicamente recente. Tutto il complesso dei riti, delle
formule magiche e anche delle crisi demoniache è scientificamente
esatto e corrisponde alla realtà italiana, equivalente a quella di
altre parti del mondo", appare la scrittta in apertura al
termine dei titoli di testa come per dare già in fondo una nota di
intenti sulla regia e la tematica.
Ed infatti di vicende come questa
accompagnate dal folklore generale, dai rituali antropopaici, dal
rogo simbolico, alla processione con i flagellanti, dalla paura e dal
difficile approccio con disturbi psicologici, si crea l'iter legato
alle fatture e ai riti di purificazioni (esorcismi inclusi) che danno
vita ad un insieme di elementi e simboli che fanno del film un saggio
antropologico oltre che il primo "horror"demoniaco italiano
e forse del mondo.
Un film davvero iconico nel descrivere
queste culture paerticolari scomparse o in via di sparizione.
Uscito nel 1963, fu proiettato fuori
concorso al 24° Festival di Venezia ma non ottenne successo, fu
addirittura vietato ai minori di 18 anni, per poi ottenere invece
successo al festival di Berlino dove vinse l'Orso d'oro.
"Le streghe hanno smesso di
esistere quando noi abbiamo smesso di bruciarle" diceva
Voltaire.
Accompagnato da un b/n a metà tra il
neorealismo e l'opera bergmaniana, il merito del film, al di là
della bellissima e formidabile interprete, è tramite una vicenda
come tante, di farci intuire le vicissitudini che possono portare
alla tragedia.
Un film con delle ottime trovate tra le
quali lo sconvolgente ritratto della bella protagonista quando le
sembra di vedere il demonio e soprattutto le scene in chiesa legate
all'esorcismo da cui ha preso spunto Friedkin per il suo celebre
film.
Nessun commento:
Posta un commento