Il detective Axel Foley si ritrova trascinato negli opulenti dintorni di Beverly Hills per indagare sulla prematura scomparsa di un suo confidente di lunga data.
Continuano le operazioni nostalgiche legate ad alcune saghe interessanti firmate da autori pretigiosi come capitava per Tony Scott o John Landis. Gli ingredienti di queste ricette sono l'andare a ripescare quasi tutto il cast, mischiarlo con giovani promesse (Joseph Gordon-Levitt che sembrava sparito dai radar) e alcuni villain direi mai così scontati. Sembra tutto imbolsito e in parte con quella vena legata al poliziesco e all'action che non riesce mai ad ingranare regalando un'opera lunga e pasticciata connotata da tutti i luoghi comuni possibili. Ad esempio abbiamo la figlia di Axel che fa l'avvocatessa e che ha un senso di giustizia tale e quale al padre ma che allo stesso tempo non sopporta perchè si sente abbandonata da quest'ultimo. La storia d'amore tra la figlia e Bobby è stata tranciata di netto perchè Jane non sopportando il padre non può stare con un poliziotto. Taggart che non sembra rendersi conto di spalleggiare un ispettore malavitoso e Billy che sembra continuare a combattere la corruzione non avendo più l'età. Il finale della sparatoria, come la scena dell'elicottero e altre che non starò ad elencare sono il leitmotiv che decreta i limiti di questa inutile operazione commerciale.
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