Titolo: Indiana Jones e il quadrante del destino
Regia: James Mangold
Anno: 2023
Paese: Usa
Giudizio: 3/5
Indiana Jones ha appeso il cappello e da qualche anno insegna archeologia all'università di New York. In attesa di un divorzio, che pesa come il lutto del figlio, il professor Jones si trascina al lavoro e dentro una vita ordinaria 'scossa' soltanto dagli schiamazzi dei vicini. Alla vigilia della conquista della Luna, riceve la visita di Helena Shaw, figlia di un vecchio amico 'ucciso' dalla sua ossessione: la macchina di Anticitera, congegno meccanico concepito da Archimede per trovare buchi temporali. La metà del quadrante riposa da anni negli archivi di Indiana Jones, dopo averlo sottratto ai nazisti sconfitti nel 1944. Tornata dal suo passato, Helena vorrebbe recuperare il curioso reperto per venderlo a un'asta in Marocco. A pedinarla, bramando lo stesso bene, è Jürgen Voller, ex nazista che ha partecipato al progetto Apollo 11 sotto falso nome. (Ab)battuto anni prima da Indiana Jones su un treno in corsa, vuole rintracciare le due parti del quadrante e viaggiare nel tempo cambiando il corso della Storia. Una sparatoria in piena 'parata lunare' avvia la ricerca del prezioso oggetto. Tra Marocco e Sicilia, nazisti e antichi romani, l'avventura è servita.
Speriamo che sia il testamento di Indy. Perchè seppur vero che il film dalle promesse poteva essere molto peggio di quanto ho visto negli ultimi film della saga rimane la perplessità di un'operazione del genere e del suo perchè.
Il film prova a concentrarsi su un nuovo reperto di quelli da far strabuzzare gli occhi ancora una volta ai limiti tra reale e irreale come i viaggi nel tempo del film e alcuni clamorosi assurdi come il viaggio nei fondali marini e un Antonio Banderas capitano di una nave assurda. In tutto il film, come da sempre questa saga insegna, si passa da una soluzione di continuità ad un'altra con estrema frenesia, dove l'azione mangia la narrazione, dove tutto è sincopato senza spesso aver un senso logico. Dove si fa incetta di location e si abusa di cg soprattutto per quel quasi finale dove Indy incontra lo stesso Archimede. Ma poi questi nemici sempre goffi che sembrano usciti da un cartone animato che inseguono assiduamente il protagonista in ogni angolo della terra essendo sempre lì dietro l'angolo ma non riuscendo mai a essere incisivi in un faccia a faccia.
L'ennesima Indy junior molto più scaltra e ladra, doppio giochista che si prende gioco di Indy ma essendo di animo buono con il fedele nuovo "Shorty"di turno, un giovanissimo pronto a tutto, finisce per aiutare l'eroe.
Insomma una macchina del fumo fatta bene con troppi effetti speciali e un finale destinato veramente ad appendere il cappello. Karen Allen rimane la cosa più bella.
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