Titolo: Mowgli
Regia: Andy Serkis
Anno: 2018
Paese: Gran Bretagna
Giudizio: 3/5
Mowgli è un cucciolo d'uomo cresciuto
da un branco di lupi nella giungla indiana. Il bimbo impara le dure
regole della giungla grazie agli insegnamenti dell'orso Baloo e di
una pantera di nome Bagheera. In questo modo si fa accettare da
tutti, o quasi tutti. La tigre Shere Khan non lo ha mai visto di buon
occhio. Ma non è l'unico pericolo che dovrà affrontare Mowgli:
presto si troverà faccia a faccia con le sue origini umane.
Che Serkis volesse a tutti i costi
girare l'ennesimo remake de Il libro della giungla sinceramente mi ha
sorpreso. Il risultato mi ha convinto più di quanto mi aspettassi
per un semplice motivo che secondo me sancisce la riuscita del film.
Sporcarlo. Rendere gli animali goffi e
pieni di ferite con l'orso mezzo cieco e per certi versi sempre
ubriaco e altri animali che non sembrano passarsela molto bene. Una
vione più cupa e dark, meno fantastica ma più grezza come se la
vita e le scelte portino davvero a scenari drastici. E infine
renderli più animali di quanto non abbia mai fatto nessuno (Bagheera
che esita prima di mangiarsi il cucciolo d'uomo) e non è poco.
Per il resto la storia non cambia ma
rimane la stessa che al tempo che ci raccontò la Disney e che tutti
in un modo o nell'altro conosciamo.
Kipling è il suo celebre racconto
tornano per l'ennesima volta sfoggiando una natura e una foresta che
seppur ricostruita in parte in c.g è forse la cosa più bella e
riuscita del film unita ad un protagonista quanto mai perfetto nella
parte e alcuni colpi di scena non così banali.
Il racconto sembra tessuto più per gli
adulti che non per i bambini e alcune scene di combattimento riescono
dove al tempo bisognava bloccarsi per trasformare tutto in petali di
rosa.
L'unico eccesso ho trovato sia l'uso
del capture motion, di cui ovviamente Serkis è tra i più bravi, che
a lungo andare appesantisce la naturalezza degli animali
trasformandoli in brutti effetti speciali.
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