Titolo: Course
Regia: Agustin Falco
Anno: 2017
Paese: Argentina
Festival: Torino Underground Cinefest
5°edizione
Giudizio: 4/5
Un film narrato attraverso otto riprese
continue. Ariel è un giovane padre di famiglia che perde il lavoro
nel pieno della crisi economica. In preda alla vergogna, decide di
nascondere alla moglie e alla figli la verità, accettando di farsi
coinvolgere in loschi affari.
Siamo di nuovo su una tematica attuale
ovvero la crisi economica e la perdita del lavoro.
A differenza di altri film del festival
che si strutturano attorno a quersta importante tematica, Falco
sceglie la strada della diperazione, mettendo tutto il fardello sulle
spalle di un giovane padre di famiglia dal passato turbolento
(locali, vita notturna, prostitute, droga).
Ariel rappresenta quel cambiamento che
di fatto sancisce una netta divisione con il passato ma che a causa
proprio della difficoltà a trovare soldi diventerà purtroppo una
delle uniche vie di salvezza.
Tra spacciatori, doppi giochi e
carneficine sulle sponde di isolotti abbandonati, Ariel cercherà di
trovare una soluzione prima di rendersi conto che alcuni errori si
pagano a caro prezzo e quando vengono a bussarti in casa allora non
puoi fare altro che fuggire con tua moglie.
Un film disperato che urla tutta la sua
amarezza e la fragilità di un uomo che si rende conto di essere
ancora troppo avvezzo ad alcuni vizi e non in grado di farcela da
solo reggendo un macigno di colpi di scena davvero drammatici.
Juan Nemirovsky riesce da solo a dare
enfasi al suo personaggio, caratterizzandolo in ogni singola
inquadratura in un crescendo drammatico e disperato che attraverso
quello sguardo riesce a sembrare un uomo qualunque a cui capitano una
sere di tragedie spiacevoli.
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