Titolo: Dust-La vita che vorrei
Regia: Gabriele Falsetta
Anno: 2015
Paese: Italia
Festival: Divine Queer Film Fetival
Giudizio: 4/5
Epopea favolosa di otto disabili fisici
e psichici che vvono all'interno di un istituto, il cottolengo di
Torino, da oltre cinquant'anni.
Dare la possibilità di raccontarsi in
questa società soprattutto quando si vive rinchiusi tra le mura di
un ospedale dovrebbe essere sacrosanta. In questo caso il viaggio
sperimentale di Gabriele Falsetta, spinto oltre il teatro e il cinema
con l'inebriante messa in scena delle esistenze mai vissute di 8
pazienti del Cottolengo, cerca proprio di dare un'identità a queste
micro storie raccontate nell'arco di '21. Sette uomini e una donna
che da oltre cinquant’anni vivono i loro disagi di natura psichica
e fisica con vite interrotte, nascoste o dimenticate all'interno di
una struttura chiusa al mondo, in cui sono stati mandati lì
inizialmente per un breve periodo per poi scoprire dai famigliari che
da lì non potranno più uscire. Alcuni ne parlano con dei toni
sofferti come di chi è stato preso in giro dai propri familiari e
senza di fatto avere la possibilità di scegliere.
'21 minuti di giochi, danze, sorrisi,
voci incomprensibili e vite desiderabili, messe in scena in location
reali, dalla sala prove nello scantinato alle sedie usate da Cavour
prima e dal sindaco di Torino oggi e muovendosi poi per alcune aree
di Torino come la Porta Palatina e così via.
Interpretazioni spontanee e
travolgenti, per un cortometraggio sperimentale e vibrante,
realizzato con la complicità di Giulio Baraldi della giovane casa di
produzione Kess Film, arrivato in competizione nella sezione Spazio
del 33esimo Torino Film Festival e disponibile in Video on demand.
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