Titolo: Jane got a gun
Regia: Gavin O'Connor
Anno: 2016
Paese: Usa
Giudizio: 3/5
Jane Hammond, donna di carattere
sposata a uno dei peggiori criminali della città, intuisce di dover
prendere la situazione in mano quando il marito ritorna a casa quasi
morente e con 8 pallottole sulla schiena. Per salvare la sua fattoria
e difendersi dai nemici del marito intenzionati a portare a termine
il lavoro cominciato, Jane decide allora di chiedere aiuto a Dan
Frost, una sua fiamma del passato che non vede da oltre dieci anni e
che ora fa il ladro. Insieme, Jane e Dan metteranno a punto
un'intelligente strategia che porterà i rivali fuori gioco mentre i
loro sentimenti assopiti ritorneranno a galla.
I western ultimamente sono davvero
tanti.
Ora a parte un paio tra questi, hanno
tutti una caratteristica in comune: i protagonisti sono uomini.
Gavin O'Connor è il regista di
Warrior,
un film che ho apprezzato molto e che aveva delle scene di MMA
all'interno della gabbia davvero all'altezza. Infatti il suo modo di
usare la cinepresa, ovunque lo metti, è una piccola e piacevole
sorpresa.
Il film ha una sceneggiatura
travagliatissima (il perchè non è chiaro) ha cambiato attori, regia
ma ha tenuto la Portman come protagonista e produttrice in quello che
a sua detta “È stato il progetto più difficile a cui abbia mai
partecipato”
Questo
western al femminile crea una storia che ha davvero tanti
punti in comune con Slow
West, l'assedio nella
piccola fattoria, l'ambientazione agricola che diventa fortino, due
contro tutti, e riesce a sfruttare bene un cast che trova una buona
alchimia soprattutto tra Edgerton e la Portman.
Per alcuni modi di giocare sporco,
anche se il film lo fa poco, ricorda vagamente Homesman
anche se il film di Jones non solo possiede una epicità tutta sua
che in alcuni punti svetta al di sopra dei film di Tarantino e cosa
più importante non è mai scontato, rimanendo cinico e struggente e
muovendosi su una struttura diversa.
Il film di Connor sposa i topic ma non
i clichè di genere e questo bisogna ammetterlo anche se il finale
unito ad una certa linea d'intenti viene svelata troppo facilmente in
modo da far cadere quell'atmosfera di ipotetici colpi di scena che
non avverranno.
Nei western vige sempre la legge del più
forte. Che da uccidere sia uomo o donna non fa differenza, d'altronde
abbiamo imparato a veder uccidere anche bambini e indiani senza
alcuno scrupolo.
Alcuni momenti come la preparazione del
piano di difesa, il rapporto e i dialoghi iniziali delle due vecchie
fiamme e le sparatorie sono davvero buone, dall'altra ci sono,
soprattutto all'inizio, troppi flash-back, la personalità intimista
di Jane non è sempre all'altezza, e i nemici capitanati dallo
spocchioso McGregor, sono troppo idioti e senza alcuno spessore.
Non verrà certo ricordato come il
western dell'anno ma come western al femminile merita un certo
riconoscimento.
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